Negli ultimi anni la sicurezza sul lavoro ha registrato progressi, ma il numero di incidenti e malattie professionali resta preoccupante. Tecnopatie e infortuni, sia sul luogo di lavoro che in itinere, rappresentano rischi che ogni azienda deve affrontare con attenzione.
Il bilancio Inail 2024 evidenzia dati contrastanti: calano gli infortuni in azienda, ma aumentano quelli in itinere e le malattie professionali. Quali sono le cause di questa tendenza e le possibili soluzioni? Scopriamo insieme i dettagli del report Inail.
Infortuni e malattie professionali: il bilancio Inail 2024 sulla sicurezza sul lavoro in Italia
Nel corso dei decenni il legislatore ha fatto moltissimo per garantire l’applicazione dei fondamentali diritti dei lavoratori, anche sul piano della tutela della salute. Basti pensare al D.Lgs. n. 81 del 2008, un testo con significative regole sulle misure di prevenzione e protezione da adottare in ufficio e sugli obblighi delle aziende (documento di valutazione dei rischi, formazione dei dipendenti, sorveglianza sanitaria ecc.).
Tuttavia, le norme di legge non sono sufficienti a garantire la totale assenza di infortuni sul lavoro e malattie professionali e – proprio per questo – Inail pubblica periodicamente dei report ad hoc, curati dalla Consulenza statistico attuariale dell’istituto, che esaminano l’andamento degli incidenti e delle tecnopatie in un certo lasso di tempo.
Recentemente l’istituto ha reso noto un primo bilancio riferito al 2024, che offre qualche segnale positivo, seppur in un contesto in cui – nonostante negli ultimi anni si siano fatti evidenti progressi nel miglioramento della sicurezza sul lavoro – il numero di incidenti sul lavoro e malattie professionali continua a essere significativo. Vediamo più da vicino.
Denunce Inail di infortunio in occasione di lavoro 2024: cosa cambia
Le denunce di infortunio presentate all’Inail, al netto di quelle degli studenti (che costituiscono comunque una discreta fetta del totale, il 13% nel 2024), scendono dalle 515.141 del periodo gennaio-dicembre 2023 alle 511.688 del periodo gennaio-dicembre 2024, con un calo corrispondente allo 0,7%.
L’indagine però prosegue fornendo dati più favorevoli. Il bilancio della Consulenza statistico attuariale Inail ci indica infatti che, distinguendo per modalità di accadimento dell’evento lesivo, è possibile determinare il rilievo delle diverse circostanze in cui si sono verificati gli infortuni (e la tipologia di rischio interessata).
Numeri e percentuali del report ci mostrano allora una diminuzione ancora più marcata degli incidenti (-1,9%) in riferimento agli eventi avvenuti in occasione di lavoro, ossia nel compimento delle mansioni contrattuali. Si é passati infatti dalle 422.880 denunce del 2023 alle 414.853 del 2024. Un calo percepibile e ovviamente gradito, perché dimostra che le buone pratiche, in tema di salute e sicurezza – come ad es. l’analisi del rischio specifico nell’ambiente di lavoro, l’introduzione di tecnologie più sicure oppure la tempestiva manutenzione dei dispositivi di protezione individuale – proteggono al meglio l’incolumità della forza lavoro.
Infortuni in itinere e morti sul lavoro, numeri in aumento
Un altro dato, invece, va in controtendenza. Nel report Inail, infatti, gli infortuni in itinere, vale a dire quelli verificatisi nel percorso tra la casa e il luogo di lavoro e riconducibili – sostanzialmente – al rischio da circolazione stradale, segnano un marcato aumento pari al 5,0%. Si passa così dai 92.261 del 2023, pari al 18% degli infortuni denunciati nel corso dell’anno, ai 96.835 del 2024, ossia circa il 19% del totale.
A ben vedere, nient’affatto una percentuale esigua e che riflette, tra l’altro, i risultati della terza edizione dell’interessante analisi Data Mobility 2024, elaborata da GO-Mobility. Con il ritorno alla normalità post-pandemia, e il ripristino delle attività di lavoro in presenza, ci sono insomma sempre più auto nelle strade italiane – specialmente nelle ore di punta. E proprio la maggiore densità di mezzi a motore su strada aumenta il rischio di sinistri, soprattutto in città ad alto tasso di urbanizzazione. Uno scenario che è confermato dall’ultimo bilancio Inail. Anzi, nel documento si segnala che i decessi sono in aumento soprattutto nel tragitto casa-lavoro.
In particolare, i casi di morte collegata all’occupazione, denunciati all’Inail nel 2024 e alla data di rilevazione dello scorso 31 dicembre, sono stati pari a 1.077, vale a dire 48 in più rispetto ai 1.029 del 2023. L’incremento è di 7 decessi in più in occasione di lavoro (dai 790 del 2023 ai 797 del 2024) e di 41 in più in itinere (da 239 a 280).
Su questo incremento – fa notare Inail nella sua analisi – non ha pesato la pandemia da Covid-19, per la quale non vi sono casi mortali in ambito lavorativo né nel 2023 né nel 2024, ma sicuramente i quattro giorni feriali lavorativi in più rispetto al 2023.
Incidenti plurimi, i dati aggiornati dell’ultimo decennio
Inoltre, nel decennio 2015-2024 si sono avute 429 vittime in 160 incidenti plurimi, ossia gli eventi in cui sono deceduti più lavoratori.
Strade e binari ferroviari sono luoghi potenzialmente pericolosi, ma Inail ricorda altresì che un altro luogo particolarmente a rischio di incidenti plurimi è quello rappresentato dagli ambienti confinati, perché spesso – spiega l’istituto – si genera una sorta di catena umana nel tentativo di soccorrere i lavoratori investiti per primi da vapori tossici.
Un confronto con i paesi dell’Unione Europea
Passando al confronto con il resto del continente, la grande disomogeneità dei sistemi di tutela e di rilevazione e le differenti strutture economiche negli Stati membri UE, non aiutano a fare chiarezza tra numeri e percentuali.
Tuttavia Inail ricorda che, per analisi e confronto un po’ più precisi, Eurostat elabora i cosiddetti tassi standardizzati di incidenza infortunistica, vale a dire indicatori statistici che rappresentano il numero degli infortuni in occasione di lavoro indennizzati e avutisi durante l’anno per 100mila lavoratori.
Ebbene, per il nostro paese arrivano buone notizie. In particolare, l’indice standardizzato ideato da Eurostat per gli infortuni mortali del 2022 indica per l’Italia un valore di 0,87 morti sul lavoro per 100mila occupati, al di sotto di quello individuato per la Francia (3,35), Spagna (1,53) e Ue-27 (1,26), ma superiore a quello della Germania (0,61). L’ente sottolinea che, storicamente, tale indicatore ha evidenziato per l’Italia un valore sempre inferiore alla media UE e a quello di molti altri Stati, quasi a voler dimostrare una complessiva buona qualità delle norme interne in materia di salute e sicurezza.
Non solo. Negli ultimi anni – spiega Inail – il nostro paese ha registrato valori sempre inferiori alla media UE anche per gli infortuni non mortali: nel 2022 rispettivamente 968 contro 1.342 casi per 100mila occupati, ma soprattutto molto meno di Francia (2.454), Spagna (2.371) e Germania (1.535). Questi numeri portano a pensare che il nostro apparato normativo tutela i lavoratori in modo più efficace rispetto agli apparati di altri grandi paesi dell’Unione.
Malattie professionali in grande crescita nel 2024
Sul fronte delle tecnopatie, le patologie che si sviluppano a causa della presenza di stimoli nocivi nell’ambiente di lavoro, ci sono invece numeri non troppo positivi. Secondo quanto segnalato dal primo bilancio 2024 Inail, infatti, le patologie denunciate sono in aumento del 21,6%. In particolare, per quanto attiene alle malattie professionali, il dato complessivo rilevato alla data del 31 dicembre indica un incremento del 21,6%, dalle 72.754 del 2023 alle 88.499 del 2024.
Le patologie più frequenti nel 2024, come già per l’anno prima, sono ancora quelle a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. I 57.744 casi del 2024, escludendo quelli indeterminati, hanno rappresentato – spiega Inail – il 74,7% del totale, registrando un marcato aumento rispetto ai 47.488 dell’anno anteriore.
Sul fronte delle malattie professionali, i settori più a rischio sono quelli industriali, edili, agricoli e del trasporto, ma anche in ambiti come la sanità, dove i lavoratori sono esposti a rischi specifici legati alla natura del loro lavoro. Infine, non dimentichiamo che le tecnopatie, come quelle legate a esposizioni a sostanze nocive o stress fisico e mentale, possono anche avere un impatto a lungo termine sulla salute dei lavoratori. Quindi, anche per questo motivo, l’indagine Inail relativa al 2024 fornisce numeri e percentuali che – in verità – debbono contribuire orientare ancora meglio le politiche di prevenzione del rischio, all’interno delle aziende.
Claudio Garau
Lunedì 24 febbraio 2025