L’adozione su base volontaria del Tax Control Framework (TCF) è un’opportunità che senz’altro va colta dalle imprese di medie e piccole dimensioni, non solo come strumento di gestione del rischio fiscale, ma anche come elemento chiave per migliorare la reputazione aziendale, ottimizzare i processi interni, ridurre le incertezze nell’ambito della complessa attività di interpretazione delle norme tributarie, favorire l’accesso al credito bancario e accrescere l’appeal nei confronti di investitori e stakeholder, ecc…
In sostanza, aderire al TCF consente di integrare i principi di una moderna governance con le esigenze di trasparenza e sostenibilità che caratterizzano il panorama economico attuale.
Il TCF opzionale: vantaggi fiscali…
Il regime di adempimento collaborativo, in vigore già dal 2015, è stato significativamente innovato dalla riforma che, in attuazione della delega fiscale, ha aumentato i benefici per le imprese aderenti ed ha ampliato la platea dei soggetti ammessi, con una riduzione progressiva delle soglie minime di ricavi; con lo stesso decreto si è inoltre consentito per la prima volta, anche alle imprese prive dei requisiti dimensionali, di adottare il TCF in via volontaria.
L’obiettivo di fondo è quello di favorire una definizione ex ante del rapporto tra contribuenti e Amministrazione finanziaria, con il riconoscimento di premialità per coloro che decidono di aderirvi.
In particolare, a seguito del decreto correttivo del 5 agosto 2023, n. 108, si osserva che i benefici in materia di sanzioni risultano sostanzialmente “allineati” tra PMI e imprese di dimensioni maggiori: in entrambi i casi è infatti prevista la disapplicazione delle penalità amministrative e l’irrilevanza del reato di dichiarazione infedele, al di fuori dei casi di condotte simulatorie e fraudolente e purché i rischi di natura fiscale siano comunicati tempestivamente, mediante interpello, all’Agenzia delle Entrate.
Se i vantaggi prettamente tributari del TCF opzionale si esauriscono in quelli appena descritti, dato che il legislatore non ha inteso estendere alle PMI la riduzione dei termini di accertamento e l’esenzione