Dal mese di Setttembre 2024 è cambiato il sistema sanzionatorio tributario con nuove modalità di calcolo delle sanzioni, meno gravose per il contribuente. Il decreto di riforma, tuttavia, nega la possibilità del favor rei, pertanto, per quanto avvenuto fino al 31 Agosto 2024, le sanzioni rimangono quelle precedenti. Tale decisione del Legislatore non sembra coerente col dettato Costituzionale.
Riforma sanzionatoria tributaria 2024: addio al principio del favor rei
Con la riforma del sistema sanzionatorio tributario, in attuazione dell’art. 20 della legge delega per la riforma tributaria (L. 111/2023), il Legislatore è intervenuto sulle disposizioni comuni alle sanzioni amministrative e penali, disponendo all’art. 5 l’irretroattività di tutte le disposizioni più favorevoli per il contribuente.
La comminazione delle sanzioni nella misura mitigata viene quindi temporalmente raccordata alle violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024, in totale antitesi ad un principio cardine del sistema sanzionatorio, il favor rei previsto dall’art. 3, comma 3 del D.lgs 472/1997.
Il principio del favor rei e le sue radici costituzionali
Come evidenziato in dottrina (L. Del Federico, “Le sanzioni amministrative nel diritto tributario” Milano 1993) il principio del favor rei s’innerva costituzionalmente nell’art. 25 Costituzione il quale, in una concezione unitaria del fenomeno punitivo, traspone i principi di riserva di legge e di irretroattività, di fondamento penalistico, anche nella materia sanzionatoria tributaria, la quale nell’ambito della riforma del 1997 ha trovato ispirazione ed una visione d’insieme proprio nelle dinamiche valoriali di matrice penalistica.
Sempre come sottolineato in dottrina (Corasanitti) il principio del favor rei è stato introdotto all’art. 3, comma 3 del D.Lgs 472 in attuazione della legge delega n. 662 del 1996 pur in mancanza di un espresso input dire