Facciamo il punto sull’applicazione del Concordato Preventivo Biennale, per cui sono state pubblicate le metodologie di calcolo prima dei correttivi legislativi annunciati. Analizziamo cosa accade quando si dichiarano redditi significativamente inferiori a quanto concordato. La convenienza ad aderire continua a sembrare limitata…
Il DM del 14 giugno, pubblicato sabato scorso, ha approvato la metodologia necessaria per conoscere la proposta del Fisco di concordato preventivo biennale, ma è destinato ad essere implementato a causa della prossima approvazione di alcune modifiche all’istituto.
Inoltre, manca ancora la versione per i forfettari. Il decreto è importante invece perché disciplina le cause al ricorrere delle quali il concordato potrebbe cessare di efficacia per eccessiva riduzione del reddito effettivo rispetto a quello concordato.
Vediamo lo stato dell’arte del Concordato Preventivo Biennale e le criticità in essere.
La perdita di efficacia del Concordato preventivo biennale
L’articolo 19 comma 2 del decreto istitutivo del concordato preventivo biennale dispone che:
“In presenza di circostanze eccezionali, individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, che determinano minori redditi effettivi o minori valori della produzione netta effettivi, eccedenti la misura del 50% rispetto