Quando la fiducia di collaboratori e dipendenti è elevata, migliore diventa la performance dell’azienda. Partendo da questo assunto, quali sono i settori che crescono di più e attirano più collaboratori?
Il grado di fiducia dei collaboratori contribuisce a far decollare il fatturato delle aziende. Ma, soprattutto, costituisce il volano della crescita delle performance dei 60 migliori luoghi di lavoro in Italia.
A scattare questa particolare fotografia è il ranking Best Workplaces Italia 2024 stilato da Great Place to Work Italia, che ha registrato un Trust Index – ossia l’indicatore del clima di fiducia di una determinata organizzazione – pari all’89%, percentuale che risulta essere stabile rispetto al 2023 ed in crescita dell’8% rispetto al 2019
Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quanto sia importante la fiducia dei collaboratori nella crescita del fatturato dell’impresa.
La fiducia dei collaboratori contribuisce alla crescita
Secondo quanto è stato svelato dall’analisi del ranking Best Workplaces Italia 2024 stilato da Great Place to Work Italia, l’elevato grado di fiducia dei collaboratori costituisce uno dei volani su cui si basa la crescita delle performance economico-finanziarie nei 60 migliori luoghi di lavoro in Italia.
Proprio questi hanno registrato un Trust Index – che corrisponde all’indicatore di fiducia di un’organizzazione – pari all’89%, percentuale che risulta essere stabile rispetto al 2023, ma in crescita rispetto a quanto registrato nel corso del 2019.
Il divario, invece, si allarga a un +18% nel caso in cui il controllo venga effettuato con altre aziende che sono state analizzate. Il cui Trust Index medio si è fermato a quota 71%.
Strumento d’analisi sicuramente interessante risulta anche essere l’Overall Satisfaction, che costituisce una valutazione immediata e relativamente più istintiva dell’ambiente di lavoro.
La percentuale, nel 2024, si è attestata intorno al 92%, ossia un +6% rispetto al 2019.
Da segnalare che il livello di fiducia più elevato dei lavoratori si va a riflettere immediatamente sul fatturato dell’azienda. Entrando nel dettaglio, i “best workplaces italiani” nel corso del 2023 hanno registrato una crescita media dei ricavi rispetto all’anno precedente del 28%.
Un dato decisamente positivo se si va a confrontare la percentuale media dell’incremento delle aziende italiane che appartengono al settore dell’industria e dei servizi incluse nell’indice Istat, che si è attestato su un +0,6%.
Questo risultato fa comprendere come per sviluppare correttamente il business aziendale sia necessario avere dei dipendenti soddisfatti.
In numeri che stiamo vedendo costituiscono gli insight principali che emergono dalla classifica Best Workplaces Italia 2024, redatta da Great Place to Work Italia, per la cui stesura si è basata sul parere espresso da qualcosa come 219mila collaboratori di 379 aziende italiane, che sono state suddivise in base al numero dei collaboratori:
- 10-49;
- 49-149;
- 150-499;
- +di 500.
Le migliori aziende per le quali lavorare
Quali sono le aziende migliori per le quali lavorare? Lo studio effettuato da Great Place to Work Italia ha predisposto anche questo tipo di analisi. Le 60 migliori aziende italiane per le quali lavorare nel 2024 appartengono ai seguenti settori:
- IT: 30%;
- industria manifatturiera e produzione e i servizi professionali: 15%;
- biotecnologie e farmaceutica, servizi finanziari e assicurazioni: 8%;
- sanità: 5%;
- media e retail: 3%;
- edilizia/costruzioni, elettronica, ingegneria, alberghiero, telecomunicazioni, trasporti: 2%;
- agricoltura: 1%.
Dando uno sguardo alla loro collocazione geografica, si scopre che più di tre aziende su quattro hanno sede in Lombardia. A seguire ci sono: Lazio, Veneto e Valle D’Aosta. Al contrario Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Umbria, Basilicata e Sardegna non hanno invece “best workplaces” sul territorio.
“Nonostante la minore presenza delle aziende nel sud Italia, siamo molto felici che realtà come la molisana Prestiter, la campana PA Advice, la pugliese Apuliasoft, la siciliana Plurimpresa, l’abruzzese Novidis e la calabrese ACSoftware siano riuscite a guadagnare il riconoscimento come migliori organizzazioni per cui lavorare in Italia – spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia -.
La crescita e il riscatto del Sud, che noi supportiamo anche con una classifica dedicata in uscita a dicembre 2024, a nostro parere parte da una diversa concezione dell’organizzazione aziendale e da un rapporto di fiducia tra persone e leader aziendali”.
Quanto incide il turnover su un’azienda
Uno degli aspetti più importanti da prendere in considerazione è quanto incide sul ranking dei migliori posti di lavoro l’impatto, nel medio-lungo periodo, del turnover. Che costituisce anche uno dei costi nascosti di un’organizzazione.
Una simulazione effettuata dal Great Place to Work Italia su dati proprietari mette in evidenza che per un’azienda di circa 100 collaboratori con un tasso di turnover pari al 10%, che è il valore medio per le organizzazioni attive nel Nord Italia, subirà circa 200mila euro di costi annui attribuibili all’uscita delle persone.
“I costi nascosti del turnover sono tra i costi più difficili da identificare, ma sono proprio quelli che aumentano le inefficienze delle organizzazioni proprio a causa delle risorse spese nella selezione, nella formazione e nell’attesa che il nuovo collaboratore raggiunga le performance del dimissionario – spiega Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia -.
Una buona strategia di employer branding, basata sul feedback diretto delle persone, riduce i costi di assunzione e di turnover, fenomeni in deciso aumento, soprattutto nelle nuove generazioni”.
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Pierpaolo Molinengo
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