La dichiarazione dei redditi tardiva è quella che viene presentata con un ritardo non superiore a novanta giorni dopo la scadenza del termine, e viene considerata validamente presentata.
La dichiarazione relativa all’anno d’imposta 2022 andava presentata entro il 30 novembre 2023; il termine per la tardiva scade il 28 febbraio 2024.
Superati i 90 giorni, la dichiarazione viene considerata omessa e non è più possibile avvalersi di ravvedimento operoso.
In caso di tardiva dichiarazione occorre tenere presente che, tramite il citato ravvedimento, si possono sanare le sanzioni irrogabili.
La dichiarazione tardiva e le sanzioni
La dichiarazione dei redditi tardiva si ha nel momento in cui il contribuente presenta la propria dichiarazione dei redditi entro 90 giorni dalla scadenza prevista dalla legge.
Per la dichiarazione relativa al periodo d’imposta 2022 la scadenza di invio della dichiarazione tardiva è il 28 febbraio 2024.
Qualora il termine dei 90 giorni venga superato la dichiarazione viene considerata omessa.
La sanzione applicabile al caso di dichiarazione tardiva è da rinvenirsi nell’art 1, comma 1, D.lgs. n. 471/97:
“Nei casi di omessa presentazione della dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive, si applica la sanzione amministrativa dal centoventi al duecentoquaranta per cento dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000”.
Tuttavia, nel caso di dichiarazione tardiva la sanzione applicabile va da € 250 a € 1.000 sia nel caso in cui siano state versate le imposte sia nel caso in cui non siano state versate, dal momento che la dichiarazione tardiva è considerata validamente presentata dando origine a “imposte non versate” e non ad “imposte dovute”.
Solo nel caso in cui la dichiarazione sia omessa e le imposte non siano state versate si applica la sanzione dal 120 al 240% e non è consentito ravvedimento ma è possibile ottene