Vediamo quali sono i bonus fiscali relativi alle ristrutturazioni edilizie (ad esempio superbonus o bonus barriere architettoniche) che è possibile cedere a Poste Italiane e quali sono i requisiti per la cessione.
Attenzione! Le Poste effettuano una verifica sulla capacità reddituale e patrimoniale del cedente.
E’ finalmente arrivata la buona notizia: Poste Italiane, sia pure con numerose limitazioni, ha riaperto nuovamente il canale destinato all’acquisizione (cessione, per il contribuente) dei crediti fiscali originati dai diversi bonus edilizi.
Il servizio è nuovamente attivo da martedì scorso e riguarda, oltre alle altre detrazioni, anche il bonus relativo alle barriere architettoniche per il quale il legislatore non ha mai bloccato la possibilità di cedere i relativi crediti anche laddove il titolo edilizio sia stato presentato dopo il 16 febbraio 2023.
Si tratta di un’iniziativa in linea con le indicazioni del Governo, che però costituirà un aiuto soprattutto per le famiglie. Infatti, secondo quanto precisato da Poste, il servizio
“è rivolto alle persone fisiche che siano titolari originari di un credito d’imposta”.
Le verifiche di Poste Italiane per cessioni di crediti fiscali da bonus edilizi
Un punto particolarmente delicato riguarda le verifiche soggettive che Poste effettuerà nei confronti dei soggetti cedenti ed oggettive sulla documentazione necessaria.
La verifica sulla capacità reddituale e patrimoniale del cedente
Con riferimento al primo punto il soggetto cedente dovrà essere in possesso di un’adeguata capacità reddituale o patrimoniale in grado di “giustificare” l’intervento edilizio. In buona sostanza, anche con riferimento alle disposizioni in materia di antiriciclaggio, sarà oggetto di apposita verifica la capacità del soggetto in questione a sostenere la spesa e, conseguentemente, la provenienza dei fondi utilizzati a tale fine.
Le indicazioni di Poste Italiane, cioè il riferimento alla capacità reddituale o patrimoniale sembrano essere alternative.
Ad esempio, se il contribuente non era obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente potrebbe dimostrare la capacità di sostenere la spesa e la provenienza dei fondi utilizzati, da una precedente vendita di un immobile. In tal caso, dovrà essere allagato, unitamente al resto della documentazione richiesta, anche l’atto di vendita del predetto immobile.
E’ necessario domandarsi se la mera giacenza sul conto corrente dei fondi necessari senza essere in grado di dimostrare la provenienza degli stessi renda possibile l’operazione.
La risposta potrebbe in questo caso essere negativa. Le situazioni devono essere quindi valutate caso per caso.
Quali crediti sarà possibile cedere alle Poste?
Le operazioni che Poste Italiane è disposta a concludere con esito positivo, riguarderanno esclusivamente le prime cessioni, cioè interesseranno le persone fisiche che hanno sostenuto direttamente le spese agevolabili.
Sono esclusi dalla possibilità di cessione i soggetti diversi come ad esempio le Onlus e gli altri enti anche se sono titolari del beneficio fiscale non per avere concesso la sconto in fattura o per aver acquistato il credito, ma per aver sostenuto direttamente le spese.
Sono escluse anche le imprese e le cessioni successive.
Ad esempio, non può cedere il credito neppure il professionista che è divenuto titolare dello stesso per effetto delle sconto in fattura concesso. Infatti, in tale ipotesi il credito non nasce direttamente in capo al professionista, ma viene generato per effetto dello sconto concesso.
Il servizio riguarderà principalmente le spese sostenute nell’anno 2023, ma più in generale le rate dei bonus fruibili dal 1° gennaio 2024. Potranno quindi essere oggetto di cessione anche i crediti originati da spese sostenute nell’anno 2022 e negli anni precedenti a condizione che siano riferibili a rate residue.
Ad esempio potranno essere cedute le tre quote di detrazione residue dopo aver computato la prima quota annuale in detrazione nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2022.
Il limite di 50mila euro
Un ulteriore limitazione riguarda l’ammontare dei crediti cedibili che non potrà in ogni caso superare l’importo di 50.000 euro. Questo plafond non riguarda le singole unità immobiliari, ma è nominativo essendo relativo ad ogni soggetto cedente. Inoltre, è stato previsto anche un plafond complessivo di 150.000 euro che tenga quindi conto delle cessioni effettuate in passato.
Ad esempio, se prima della precedente chiusura di Poste avvenuta circa un anno fa, il contribuente avrà ceduto l’importo di 130.000 euro, ora avrà a disposizione un plafond residuo, che potrà essere ancora oggetto di cessione, pari a 20.000 euro.
Quali crediti fiscali possono essere ceduti alle Poste?
Sotto il profilo oggettivo la riapertura è ampia. Infatti, oltre al bonus barriere architettoniche, potranno essere oggetto di cessione anche il Superbonus, sia al 110, ma anche al 90 per cento, l’ecobonus, il sisma bonus, il bonus ristrutturazioni al 50 per cento, il bonus facciate e il bonus relativo all’installazione delle colonnine elettriche.
NdR: Vedi qui il sito di Poste Italiane
NdR: avevamo già anticipato qui la riapertura della possibilità di cessione dei bonus edilizi a Poste Italiane
A cura di Nicola Forte
Martedì 10 Ottobre 2023