Dall’Ufficio parlamentare di bilancio alcune osservazioni sul disegno di legge delega per la riforma fiscale, condivisibile su numerosi fronti ma che può portare preoccupazioni principalmente per il rischio di mancanza di copertura finanziaria, individuata nella lotta alla evasione e riduzione di bonus e detrazioni fiscali, che potrebbero non essere sufficienti.
In una memoria trasmessa alla Commissione Finanze della Camera da parte del presidente dell’UPB (Ufficio Parlamentare del Bilancio) sono indicate alcune alcune osservazioni sulla modifica di Irpef, Ires, imposta sui redditi delle attività finanziarie e previdenza complementare. Limitando l’osservazione dei suggerimenti dell’U.p.b. alla ridefinizione della tassazione delle aziende, si rileva innanzitutto una condivisione delle finalità della Riforma fiscale, tra le quali stimolare la crescita attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte, da attuare da un lato con una riduzione del carico fiscale ma soprattutto attraverso l’utilizzo efficace dei dati disponibili e la modifica alle procedure di accertamento e riscossione.
Al riguardo, si auspica una eliminazione dei micro-tributi, nonché una revisione degli adempimenti dichiarativi e di versamento dei contribuenti.
Disegno di legge delega per la riforma fiscale e copertura finanziaria
L’U.p.b. si sofferma sul rischio della mancata copertura finanziaria.
Il disegno di legge delega infatti prospetta interventi di riduzione del prelievo ma solo nel caso dell’abolizione dell’Irap fornisce indicazioni su come recuperare le risorse che verrebbero meno.
Per il resto fa riferimento ai risultati dell’attività di contrasto dell’evasione e della razionalizzazione e riduzione delle spese fiscali, detrazioni, deduzioni, bonus e sconti fiscali, oltre che a nuove risorse da individuare.
La copertura finanziaria appare strettissima, anche perché il Ddl esclude aumenti del prelievo fiscale.
Quanto alle spese fiscali da ridurre o contrarre è sì auspicabile ma si deve anche intervenire con logica tenendo conto d’una società che invecchia, con l’innalzamento del numero di anziani e con il contrappeso di un Paese sempre meno giovane.
Le nuove ipotesi di tassazione in campo
Per quanto riguarda la struttura della tassazione delle società, la delega stabilisce un sistema duale che prevede accanto all’aliquota ordinaria, attualmente fissata al 24%, l’applicazione di un’aliquota ridotta per gli utili non distribuiti che vengano destinati alla realizzazione di specifici investimenti e a nuove assunzioni entro i due periodi di imposta successivi a quello in cui è prodotto il reddito tassato.
A ciò si affianca la rimodulazione della base imponibile.
Attenzione però, perché la revisione della tassazione dei redditi delle società deve essere letta tenendo anche in considerazione diverse novità normative, interne ed anche esterne, cioè correlate al rispetto degli obblighi come Paese-membro dell’Ue, pena il rischio di complicazioni.
Il graduale addio all’IRAP
La riforma infine prevede il graduale superamento dell’Irap.
In particolare, viene data priorità all’eliminazione dell’imposta per le società di persone e le associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni.
NdR: per leggere lo Studio dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio clicca qui
A cura di Danilo Sciuto
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