Tregua fiscale: il perfezionamento della conciliazione giudiziale

di Gianfranco Antico

Pubblicato il 18 luglio 2023

Per deflazionare le liti tributarie pendenti, la Tregua Fiscale 2023 prevede una conciliazione giudiziale agevolata. Vediamo in questo articolo come avviene formalmente il perfezionamento della conciliazione avvenuta fuori udienza.

Per effetto del combinato disposto del comma 206, dell’art.1, della L.n.197/2022 e dell’art.17, comma 2, del D.L. n. 34/2023, conv. con modif. in L. n. 56/2023, in alternativa alla chiusura agevolata delle controversie tributarie[1], è possibile definire le liti pendentialla data del 15 febbraio 2023 - innanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, aventi ad oggetto atti impositivi, in cui è parte l’Agenzia delle entrate, mediante la sottoscrizione di un accordo conciliativo fuori udienza, con il beneficio di una riduzione delle sanzioni ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge (indipendentemente dallo stato del contenzioso) e l'ulteriore vantaggio di un'ampia rateazione degli importi dovuti. Dopo aver indicato sinteticamente le regole di gestione del procedimento di conciliazione cd. fuori udienza, utili per il corretto approccio all’istituto, occupiamoci del momento di perfezionamento dell’atto.

 

La conciliazione fuori udienza

tregua fiscale conciliazione giudizialeCome abbiamo visto, le controversie agevolate possono essere chiuse solo con l’accordo conciliativo di cui all’art. 48 del D.Lgs.n.546/1992 (quindi, fuori udienza).

La conciliazione fuori udienza si realizza con il deposito in giudizio – di primo o di secondo grado – di una “istanza congiunta”, cioè di una proposta di conciliazione alla quale l’altra parte abbia prev