Fiscalità agevolata di ASD e SSD: come determinare il limite di 400mila euro?

di Gianfranco Visconti

Pubblicato il 6 luglio 2023

Vediamo quali sono le principali entrate escluse dal calcolo del limite di 400.000 Euro annuo e quindi dall’imponibile IRES delle ASD e SSD. Si tratta di una verifica fondamentale per definire la fiscalità dello sport dilettantistico.

Dal calcolo dei proventi derivanti dall’esercizio di attività commerciali da parte di ASD e SSD, che, come abbiamo visto in un articolo precedente sulla fiscalità di ASD e SSD, non devono superare il limite di 400.000 Euro annui, si devono escludere, oltre alle plusvalenze patrimoniali, anche quelle entrate che non costituiscono reddito imponibile IRES a causa delle previsioni di altre disposizioni legislative.

 

La fiscalità agevolata di ASD e SSD

I ricavi nei confronti di associati e partecipanti

fiscalità agevolata asd ssdIn primo luogo, ciò vale per i ricavi delle attività svolte nei confronti degli associati o partecipanti dell’associazione in conformità delle finalità istituzionali della ASD o SSD cioè di quelle di esercizio di una o più pratiche sportive dilettantistiche previste dai loro statuti.

Infatti, ai sensi del 1° e del 2° comma dell’art. 148 del TUIR, se le attività svolte nei confronti dei propri associati rientrano nelle finalità istituzionali dell’associazione o della società sportiva dilettantistica[1], tali attività non sono considerate commerciali e le somme versate dagli associati (o soci) a titolo di quote o di contributi associativi non concorrono a formare il reddito dell’associazione o della società (1° comma).

In altre parole, questi introiti non rilevano ai fini dell’IRES e sono esenti dall’IVA.

Se, invece, tali attività sono svolte verso il pagamento di corrispettivi specifici, cioè di prezzi che ripagano i costi del servizio o del bene e realizzano un margine di guadagno, da parte degli associati (o soci), l’attività è considerata commerciale e i suoi proventi (ricavi) concorrono a formare il reddito complessivo dell’associazione come redditi di impresa o redditi diversi a seconda che le relative operazioni abbiano carattere di abitualità o di occasionalità.

Lo stesso avviene se le attività sono svolte verso il pagamento di quote o di contributi supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni a cui gli associati (o soci) hanno diritto (2° comma).

Al principio fissato dal 2° comma dell’art.