Le dimissioni del lavoratore padre: come deve comportarsi il datore di lavoro?

di Celeste Vivenzi

Pubblicato il 17 maggio 2023

Esaminiamo gli obblighi del datore di lavoro e del lavoratore in caso di licenziamento o dimissioni. In particolare, il caso delle dimissioni del lavoratore padre e gli adempimenti necessari per evitare sanzioni.

Con lo scopo di promuovere una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la Legge di bilancio 2022, Legge 30 dicembre 2021, n. 234 ha elevato a misura strutturale il congedo obbligatorio e facoltativo del padre lavoratore titolare di rapporto di tipo subordinato (10 giorni in caso di astensione obbligatoria (disposizione valida anche nel caso di morte perinatale del figlio) e nella misura di 1 giorno per il congedo facoltativo).

Infine il Decreto Legislativo 30 giugno 2022, n. 105, in vigore dal 13 agosto 2022, nel dare attuazione alla Direttiva UE 2019/1158, ha confermato la natura strutturale della disposizione legislativa ed ha introdotto la possibilità per il padre lavoratore di fruire del congedo obbligatorio di paternità nell'arco temporale che va dai 2 mesi precedenti ai 5 successivi al parto (il congedo è fruibile entro lo stesso arco temporale, anche in caso di morte perinatale del figlio e i 10 giorni non sono frazionabili ad ore) disponendo altresì che la durata del congedo si raddoppia in favore del padre lavoratore in ipotesi di parto plurimo.

È importante sottolineare che nel caso di dimissioni del lavoratore padre, onde evitare sanzioni, sorgono specifici adempimenti che devono essere osservati sia dal datore di lavoro che del lavoratore e con il presente contributo si coglie l'occasione per fare il punto della particolare problematica.

 

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