Di recente istituzione, la certificazione di parità di genere in azienda comporta la possibilità per il datore di lavoro di accedere a uno sgravio contributivo sul totale dei contributi annui.
La misura, divenuta strutturale, comporta la necessità di approfondire non solo come si ottiene la certificazione in oggetto, ma anche come fare a richiedere l’esonero spettante.
Con le modifiche apportate al Decreto Legislativo n. 198/2006 da parte dell’articolo 5 della Legge n. 162/2021, è stato previsto per l’anno 2022 un esonero contributivo in favore dei datori di lavoro del settore privato in possesso della certificazione di parità di genere di cui all’articolo 46-bis del Decreto Legislativo n. 198/2006, introdotto dall’articolo 4 della L. n. 162/2021.
Tale misura, che è strutturale dal 2023 grazie alla Legge n. 234/2021, articolo 1, comma 138, prevede una specifica gestione degli adempimenti previdenziali per ottenere tale esonero contributivo, sui quali fornisce chiarimenti.
La Certificazione della parità di genere: excursus normativo
Come noto, all’interno dell’articolo 46-bis del Decreto Legislativo n. 198/2006, definito anche come “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”, è introdotta da part e dell’articolo 4, della Legge n. 162/2021, la Certificazione della parità di genere.
In particolare ciò significa che a decorrere dal 1° gennaio 2022 le aziende potranno attestare le politiche e le misure concrete adottate per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenz