Ritenute su compensi da lavoro autonomo: verranno abolite?

Fra gli emendamenti al disegno di Legge di bilancio per il 2023 ve ne è uno rivoluzionario: punta ad eliminare l’applicazione delle ritenute d’acconto sui redditi di lavoro autonomo con rimodulazione di saldo e acconto IRPEF in dodici rate mensili, solo in caso di opzione del contribuente.

Tra le possibili novità contenute nella legge di bilancio, è all’esame una che risulterebbe sicuramente rivoluzionaria negli aspetti finanziari dei lavoratori autonomi. E’ infatti all’esame del Parlamento l’abolizione delle ritenute a titolo di acconto sui compensi per prestazioni di lavoro autonomo.

 

La possibile eliminazione delle ritenute sui compensi da lavoro autonomo

ritenute lavoro autonomoTale norma sarebbe una conseguenza di modifiche apportate ai termini di versamento degli acconti di imposta.

Più in dettaglio, si tratta della proposta di legge Atto Camera 94, contenente misure in materia di termini e rateizzazione dei versamenti del saldo e degli acconti d’imposta nonché abolizione della ritenuta a titolo di acconto sui compensi per prestazioni di lavoro autonomo.

La ratio è quella di introdurre alcuni interventi selettivi per migliorare la liquidità delle piccole e medie imprese, degli artigiani, dei commercianti e dei professionisti.

In tale ambito, nello specifico, si propone di:

  • rateizzare in sei rate posticipate il secondo acconto (che come noto oggi è previsto entro il 30 novembre, in unica soluzione) nell’anno solare 2023, al fine di evitare il sistema del ravvedimento operoso;
     
  • rimodulare in sei rate, da luglio a dicembre, la rateizzazione del saldo e del primo acconto (oggi la rateizzazione finisce al più tardi il 16/11);
     
  • di conseguenza, abolire la ritenuta a titolo di acconto sui compensi dei lavoratori autonomi che, operando sul fatturato, determina sistematicamente un credito fiscale.

Ciò, si ripete, verrebbe attuato al fine di evitare ai professionisti di avere un credito e di finanziare indirettamente lo Stato.

 

La proposta di rateizzazione in 12 rate mensili

La proposta di legge prevede, quindi, di ripartire il prelievo delle imposte sui redditi e dell’Irap non più in due rate di saldo e di acconto nei mesi di giugno e luglio e di novembre, bensì in dodici rate mensili:

  • sei rate relative al saldo dell’anno precedente e al primo acconto dell’anno successivo, da versare nel periodo da luglio a dicembre;
     
  • sei rate relative al secondo acconto dell’anno successivo, da versare nel periodo da gennaio a giugno.

La conseguente abolizione della ritenuta d’acconto sui redditi di lavoro autonomo, condizionante per la liquidità dei professionisti autonomi, comporterebbe poi un adeguamento dei quadri del modello 770 relativi alle ritenute d’acconto, così da permettere una semplificazione delle procedure dichiarative e del calcolo degli oneri fiscali.

È da precisare che la rimodulazione dei versamenti in dodici rate è solo una opzione.

Infatti:

  • i versamenti del saldo e del primo acconto Irpef/Ires/Irap posso essere comunque effettuati entro il 31 luglio dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento, per il saldo, e dell’anno in corso, per l’acconto;
     
  • il versamento del secondo acconto potrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno successivo al periodo di imposta di riferimento.

Anche i termini ordinari di versamento di acconti e saldo subirebbero dunque delle modifiche.

 

A cura di Danilo Sciuto

Mercoledì 7 dicembre 2022