L'inflazione, la guerra, le cripto e la stabilità del dollaro

Gli eventi degli ultimi anni ci spingono a riesaminare i modelli economici già noti al fine di ristabilire gli equilibri nei mercati internazionali e una maggiore fiducia nei risparmiatori, pressati dalla crescente inflazione e disincentivati dall’investire. Proviamo ad esaminare le possibili soluzioni…

Le modifiche degli assetti economici post Covid e il rialzo dell’inflazione

inflazioneGli ultimi anni sono stati caratterizzati da eventi che hanno messo in discussione non solo i modelli economici ma anche gli equilibri internazionali come eravamo stati abituati a conoscerli per lungo tempo, tutte cose che hanno avuto impatti significativi sui mercati finanziari e quindi sulla nostra sicurezza economica e sui nostri risparmi; bassa inflazione e politiche monetarie espansive con l’obiettivo di sostenere i debiti dei vari paesi ma anche tutelare gli investimenti dei risparmiatori, con la pandemia da covid messi fortemente in discussione.

Tutti ricorderanno infatti il crollo storico del “future” sul petrolio che in corrispondenza del lockdown finì per registrare una quotazione addirittura negativa, anche il crollo dei principali indici mondiali a cui sono collegate la maggior parte delle scelte di asset allocation da parte dei migliori gestori mondiali di investimenti finanziari.

Le economie puntavano ad una crescita dell’inflazione tanto da ricercare un superamento della soglia del 2%[1], livello stabilito da tutti come target per un equilibrio economico propedeutico alla crescita e così, l’immissione di dollari nel mercato a partire da marzo 2020 ed i successivi tagli dei tassi, azioni per altro condivise dagli altri paesi transoceanici, hanno portato i livelli inflattivi superiori al 9% in tutte le principali economie mondiali.

 

Figura 1 – La Forte caduta degli Indici azionari in tempo di Covid

inflazione

 

Nell’immagine sopra riportata possiamo vedere come la pandemia ha causato forti perdite nei principali indici mondiali, perdite anche del 36% prontamente recuperate grazie al tempestivo intervento delle banche centrali che hanno consentito alle persone di non smettere di comprare beni e servizi e stipulare mutui.

L’ultimo ribasso – ancora vivo alla data odierna – è dovuto alla crescente inflazione giustificata da tutti come causa della guerra, in tutto ciò dimenticando la grande quantità di denaro immessa negli anni nelle varie economie.[2]

 

Gli effetti collaterali della guerra Russia – Ucraina: il rialzo dei prezzi

Molti tra analisti e media hanno giustificato il forte rialzo dei prezzi dei beni e servizi con la guerra tra la Federazione Russa e l’Ucraina, che di fatto ha portato come conseguenza un’accelerazione della speculazione su diversi asset finanziari soprattutto quelli legati al settore energetico.

Il forte rialzo del prezzo del petrolio, che ha raggiunto e superato i 100 $ al barile, è in parte dovuto alla guerra con una richiesta di rifornimento molto elevata, in parte alla speculazione, ma anche al ruolo dell’Iran[3] che ha deciso di attivare diverse centrifughe per l’arricchimento dell’uranio e rafforzare così il nucleare lasciando poco spazio ad una maggiore offerta di petrolio.

 

Figura 2 – L’accelerazione dei livelli di Inflazione tra le varie economie dell’UE e Gli Stati Uniti

inflazione

 

Il ruolo del dollaro nella stabilità economica mondiale

In tutto questo scenario il dollaro americano ha visto un forte apprezzamento per due motivi:

  1. da sempre il dollaro è considerato una valuta rifugio;
     
  2. gli USA sono sempre stati la prima economia ad intervenire massicciamente sulla politica monetaria.

Al centro di mille dibattiti il dollaro ha dunque avuto un ruolo da protagonista in questo scenario.

A partire dal mese di dicembre del 2020, quando la “major” euro/dollaro ha superato la quotazione di 1.21, il mercato ha iniziato a “prezzare” un aumento dello scenario di politica monetaria in America tanto da fornire i primi segnali di inversione.

Il T-Note[4] che fino a quel momento era sotto l’1% ha iniziato ad avere un andamento forte al rialzo a mano a mano che le preoccupazioni a livello mondiale crescevano.

 

Figura 3 – Aumento del Rendimento del T – Note Americano

t note

 

Il dollaro ha così tanto spinto al rialzo che, chi deteneva e detiene tuttora investimenti in valuta americana, vede il cambio in proprio favore fornire ulteriori rendimenti.

E il dollaro ha anche ripreso il suo ruolo di VALUTA DI RIFERIMENTO.

 

Le alternative all’attuale assetto degli scambi: gli investimenti in criptovalute

A onor del vero bisogna dire che da sempre gli economisti si interrogano sul ruolo del dollaro nella stabilità economica mondiale anche come elemento cardine della attuale pax mondiale e non sono mancate critiche e riflessioni su futuri scenari senza il dollaro americano a comandare.

Tali riflessioni hanno portato l’esplorazione di alternative all’attuale assetto degli scambi.

Così lo sguardo degli investitori per rivolto alle criptovalute portando numerosi di essi a chiedersi se fosse il caso di continuare a comprare Bitcoin ed altre valute digitali piuttosto che aderire a piattaforme che propongono investimenti in cripto[5].

Negli ultimi anni, soprattutto quelli pre – pandemia, le cripto ed i Bitcoin hanno realizzato forti rendimenti proprio nei momenti di improvvise flessioni economiche, a tal punto che esse venivano utilizzate per strategie di “hedging[6] visto che tendevano ad apprezzarsi ad ogni news negativa sull’economia americana o mondiale.

 

Figura 4 – L’andamento del BTC durante la Pandemia Covid

aumento btc

 

Se osserviamo il grafico notiamo come durante tutto il periodo pandemico il Bitcoin ha avuto un forte rialzo ed è stato di gran lunga l’asset preferito dagli investitori per coprirsi dal peggioramento dell’Outlook economico[7].

Il dollaro si deprezza ed il Bitcoin diventa valuta di riferimento. Da qui l’idea secondo la quale la criptovaluta è nata proprio per combattere lo strapotere del dollaro.

 

Cosa accade oggi invece con il Bitcoin che ha perso il 73%?

C’è ancora la convinzione che si possa spodestare il dollaro dal ruolo di valuta rifugio e principale attore negli scambi internazionali?

Il rapporto BTC/USD ha visto un cambio di direzione in favore del dollaro non solo perché la politica monetaria ha portato gli investitori ad accumulare asset in dollari ma anche e soprattutto perché BTC/USD è una frazione e come tutte le frazioni se il denominatore si apprezza la frazione si riduce.

Nessun complotto quindi, solo voglia di destabilizzare i corsi finanziari, corsi che però rispondono alle news, agli indicatori macro, al gossip anche con azioni manipolatorie che penalizzano soprattutto in un addetto ai lavori ed in questo caso gli investitori retail.

A settembre il dato sull’inflazione è passato dal 9% al 9,9% con la BCE intenzionata ad un massiccio intervento di politica monetaria.

Il mantra del momento e la recessione!

Tutte le principali economie convergono sul tema recessione come soluzione agli elevati problemi di inflazione presente su vasta scala sui mercati non solo europei ma anche americani ed asiatici.

Con la BCE pronta ad un aumento dei tassi dello 0,75% il processo di recessione indotta è solo agli inizi.

Guardando ai livelli dei rendimenti del Btp, che tecnicamente sono proiettati sul 4,22%, ed in considerazione della formazione dell’attuale governo In Italia dopo le politiche di settembre unitamente ai meeting della BCE la situazione per il nostro paese è davvero calda.

 

Figura 5 – Rendimento BTP a 10 anni

rendimento btp

 

Quando i rendimenti di un titolo di debito aumentano, ciò indica una crescente preoccupazione tra gli operatori finanziari i quali preferiscono rivolgere lo sguardo verso economie più stabili.

La View finanziaria dei principali listini mondiali è ribassista, e questo si rifletterà inevitabilmente anche in Europa che è un’economia che presenta più criticità ed una minor forza per rispondere a congiunture negative.

I fondi di investimento ne hanno già risentito negativamente e avranno ulteriori segni meno nel prossimo inverno.

Con il PIL della zona euro rivisto al ribasso all’1,4% nel 2023 diventa davvero difficile essere propensi ad accettare di investire nelle forme fino ad oggi considerate per i propri capitali.

 

In cosa e come investire?

I dilemmi sono: sfruttare i prezzi di sconto di alcuni strumenti finanziari o affidarsi ad investimenti con temporalità molto breve?

Andare sull’azionario o continuare con qualche fondo bilanciato?

Gli ETF sono davvero così convenienti o anche qui meglio starne fuori?

Le opportunità sui mercati ci sono in ogni situazione e congiuntura economica, bisogna solo valutarne la coerenza con i propri obiettivi.

Spesso si tende a pensare che il settore finanziario ed il settore economico percorrano due strade parallele che non si incontrano mai per cui determinate circostanze non hanno effetti nel corso dell’uno rispetto all’altro.

Vi sono stati momenti della storia economica mondiale dove effettivamente ad una recessione economica non ne è seguita una finanziaria ma non è di certo oggi che possiamo avvalorare tale affermazione visto che si fatica a trovare asset che abbiano performance sopra la media.[8]

 

Figura 6 – La scala dei bisogni Finanziari

scala bisogni finanziari

 

Nello schema alcune domande che ci si può porre prima di compiere delle azioni, ma ad oggi valutare le soluzioni intraprese dalla BCE porta ad altre tipologie di riflessioni che somigliano più a dubbi, ossia: la riduzione della quantità di denaro in circolazione è davvero la soluzione?

L’inflazione da energetico e non da domanda reale è davvero curabile con una politica monetaria restrittiva?[9]

L’obiettivo di indurre i paesi, avvolti da elevata inflazione, a vivere un periodo di recessione provocherà come effetto l’aumento delle incertezze, chi ha investito ed ha subito forti perdite dovrà valutare i tempi di recupero e stare attento all’aspetto psicologico che in finanza rappresenta il 90% del successo di un progetto finanziario.

E adesso?

 

Il ruolo delle famiglie all’interno del sistema economico

Il circuito finanziario illustra perfettamente il ruolo delle famiglie e delle imprese all’interno del settore economico per cui i progetti di investimento sono “garantiti” e “supportati” proprio dall’attività dei mercati finanziari, luogo in cui le imprese propongono i propri titoli e la propria credibilità in cambio delle risorse utili a sostenere progetti di crescita.

Le famiglie impiegano il proprio capitale per gestire il risparmio, per ottenere un rendimento anche minimo, le imprese e/o gli Stati dal canto loro raccolgono i capitali delle famiglie per sostenere i propri investimenti che, se avranno successo, ripagheranno sotto forma di dividendo, cedola o capital gain l’impegno finanziario delle famiglie stesse.

Se concentriamo la nostra attenzione sull’Italia, ad esempio, che ad oggi “prezza” al 4.5% il rendimento del BTP, la reputazione degli investitori[10] può essere tanto più negativa con i prossimi aumenti dei tassi imposti dalla BCE.

Entrando nel dettaglio economico osserviamo un dato: +83% di investimenti diretti esteri[11] in Italia nel 2021[12] con la realizzazione di 207 progetti, un dato che segna la crescita rispetto al 2020 seppur siamo ancora distanti da altri competitor, un dato che può essere seriamente compromesso qualora “l’outlook” del Paese continuasse a subire revisioni in negativo.

Chi decide di investire in Italia, come in altri Paesi, lo fa per diversi obiettivi, ma necessita di condizioni che permettano al proprio investimento di crescere, condizioni che riguardano la Giustizia, la Fiscalità, il Costo della Manodopera, il livello di Tecnologia, il Reddito Pro – Capite, tutte cose a cui l’Italia deve trovare una soluzione ma a cui si aggiunge oggi un problema in più come la “recessione”.

Con la politica monetaria restrittiva adottata dai principali Paesi Mondiali tra i quali la BCE, anche in Italia le stime sul PIL si sono riviste al ribasso passando dal 1,2% allo 0,4% nel 2023 il che preoccupa non poco gli investitori esteri che preferiscono quindi orientare le proprie scelte verso quelle realtà che ad oggi presentano meno dubbi e più certezze.

L’ultimo rapporto dell’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, prendendo in esame i dati del 2020 ha sviluppato delle proiezioni future degli IDE ed il quadro è stato molto preciso nelle proiezioni per il 2021, anno che come detto ha portato l’Italia ad essere uno dei principali Paesi ad essere stato attrattivo.

 

Figura 7 – Proiezione IDE a livello globale[13]

investimenti europa usa

 

Ma come cambierà lo scenario adesso che i tassi di interesse provocheranno inevitabilmente perdita del potere d’acquisto?

Riallocazione delle risorse interne al singolo ed alla famiglia?

Aumento dei costi del Welfare?

Riuscirà il nuovo Governo ad affrontare le criticità e convincere gli investitori a reputare “un buon affare” l’Italia?

Risolvere i nodi sulle tematiche quali fisco, lavoro e giustizia non dipende da noi così come è difficile prevedere una BCE poco aggressiva sul lato inflazione.

 

Figura 8 – Euro Area Money Supply M3[14]

Euro Area Money Supply M3

 

Osservando la figura sopra si evince come la quantità di euro in circolazione continua a crescere per cui fino a che non vedremmo un istogramma in diminuzione rispetto ai mesi precedenti è difficile pensare ad una BCE più tenue.

Ai livelli attuali possiamo confermare i futuri rialzi peraltro già annunciati dalle vare riunioni della Banca Centrale Europea.

Possiamo però provare a fornire degli spunti di riflessione su come affrontare temi di importanza fondamentale che investiranno la nostra economia nel breve periodo.

 

Come si può evitare il blocco degli investimenti?

Un investitore è interessato al rendimento che l’impiego del capitale può generare per cui la bussola su cui si orientano le scelte vertono verso un’unica parola: credibilità.

Per confermare la tendenza positiva degli IDE in questo scenario è importante dapprima valorizzare il capitale umano procedendo verso una cultura imprenditoriale e finanziaria.

Maggiore cultura finanziaria comporta un maggior impiego di risorse da investire in società quotate che offrono buoni ritorni economici e finanziari.

Investire e promuovere la cultura finanziaria spazzerebbe via le nubi che oggi offuscano il mondo degli investimenti e porterebbe una propensione al rischio tale da non preoccuparsi troppo dei cicli economici ma “scommettere” su quelle società che nel lungo periodo possono aumentare il proprio valore.

 

L’alfabetizzazione finanziaria è un ottimo strumento per combattere l’inflazione.

Il panorama dei prodotti e servizi finanziari è talmente vasto da offrire diverse soluzioni alle famiglie.

Le famiglie che hanno conoscenza finanziaria hanno anche livelli di stress inferiori quando vi sono cicli economici come quelli attuali che causano un’erosione dei salari e dei risparmi stessi con scelte di gestione dei risparmi diminuiscono creando uno stallo al settore economico e finanziario.[15]

Se una famiglia può contare su entrate extra al proprio salario ed ha sviluppato cultura finanziaria e d’impresa è molto probabile che quell’extra – entrata di cui dispone la possa riversare nell’economia sia intesa come acquisto di beni e servizi sia come idea di sviluppare un’attività imprenditoriale.

 

Correlazione positiva tra Educazione Finanziaria e Crescita Economica!

Una correlazione che favorisce l’adozione di ulteriori strumenti per la crescita degli investimenti come ne sono un esempio il crowdfunding, la raccolta di fondi con lo scopo di cercare sostenitori per il finanziamento di progetti imprenditoriali, il tutto per il tramite di una piattaforma digitale.

Il ciclo economico che ci prestiamo a vivere sarà critico e pochi credono che sia davvero questo il momento per investire.

Il forte rialzo dei tassi non favorisce l’accesso al credito per tante piccole aziende e per tanti giovani che hanno delle idee in più sembra sempre molto articolato[16] il panorama dei fondi europei.

Conoscere le possibilità con le quali un progetto è finanziabile o del quale si può essere sostenitori rappresenta un’altra soluzione che oggi è possibile intraprendere soprattutto alla luce delle criticità economiche di cui abbiamo parlato.

In Italia i numeri sul crowdfunding sono piuttosto bassi rispetto a quelli di altri Paesi stranieri, soprattutto anglosassoni un po’ per cultura un po’ per scarsa conoscenza ma i margini sono davvero interessanti soprattutto a seguito del nuovo Regolamento 1503/2020 attraverso il quale le piattaforme di crowdfunding possono ottenere dalle autorità europee un passaporto europeo con il quale possono operare in tutti gli Stati Membri e non solo in Italia aumentando il bacino dal quale possono ricevere capitali.

Ma il regolamento tutela anche gli investitori garantendo loro trasparenza e competenza del fornitore (colui che presenta il progetto e chiede capitali).

Ad oggi lo scetticismo e soprattutto la mancanza di conoscenza limita l’investimento più dell’inflazione e della recessione.

 

Investire in conoscenza…

La “sfida” è investire davvero in conoscenza, unico modo per non limitare gli investimenti.

Una crescita nel crowdfunding comporta vantaggi in ogni ordine:

  1. dapprima favorisce l’imprenditoria: le persone che hanno un’idea sanno di avere possibilità e fiducia nel realizzarle;
     
  2. il flusso di capitali si riversa nell’economia reale: i capitali raccolti producono investimenti che generano lavoro quindi redditi disponibili per diversi impieghi.[17]
     
  3. il flusso di capitali riconosce ritorni finanziari: a seconda della tipologia di investimento scelta[18] l’investitore può generare un ritorno monetario;
     
  4. la maggior diffusione del sistema può stimolare riforme sull’imprenditoria: grazie alla maggior diffusione l’interesse si sposta anche su aspetti già menzionati quali fiscalità, lavoro e giustizia e creare quelle condizioni per cui non solo il crowdfunding cresca ma anche gli IDE e l’interesse verso i titoli rappresentativi il capitale sociale di queste aziende.

Più le società si innovano, più valore generano e maggiore sarà l’appeal delle persone nel volerci investire.

In questo scenario il circuito finanziario progredisce tanto da creare una zona cuscinetto in grado di resistere agli effetti più critici come il ciclo economico che ci prestiamo a vivere a breve.

L’Italia dovrebbe essere coraggiosa ed aprirsi, consapevolmente, a nuove forme di investimento nei mercati, fornendo ai piccoli risparmiatori – che ad oggi detengono una quota considerevole di valuta non impiegata – tutti gli elementi e le professionalità giuste per sfruttare al meglio le opportunità del mercato che, anche se recessione indotta, comunque resta ricco di opportunità.

 

NdR: Potrebbe interessarti anche…Come reagire all’inflazione: si possono alzare i prezzi?

 

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NOTE

[1] Il valore del 2% è stato stabilito dai principali Board dei Paesi industrializzati. Secondo questi infatti, il tasso del 2% offre un margine di sicurezza rispetto a potenziali rischi di deflazione.

[2] In Europa, a partire dal 2014 quando a capo della BCE c’era Mario Draghi, è iniziata una politica di acquisto di titoli del debito pubblico e non, che prende il nome di Quantitative Easing.

Tale strumento di politica monetaria espansiva, unitamente al taglio dei tassi di interesse, aveva come obiettivo stimolare la crescita economica e di sostenere l’inflazione.

Solo durante il periodo pandemico il QE era pari a 750 miliardi di euro. Stesso dicasi per l’America che nel periodo immediatamente successivo al Covid ha iniettato sui mercati 2000 miliardi di dollari per ottenere le stesse finalità.

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/iran-minaccia-grado-costruire-bomba-atomica-ma-spera-colloqui-nucleare-AExzxWqB; https://www.ilsole24ore.com/art/iran-minaccia-grado-costruire-bomba-atomica-ma-spera-colloqui-nucleare-AExzxWqB

[4] T – Note: titolo del debito pubblico americano con scadenza compresa tra 1 e 10 anni. Il T – Note è equiparabile al nostro BTP.

[5] Nota dell’autore: nonostante il grande interesse che molti investitori mostrano verso il mondo delle criptovalute, va evidenziato come, ad oggi, nonostante i grandi rialzi mostrati negli anni antecedenti la pandemia, esse non possano ancora essere considerate dai risparmiatori una valida alternativa agli attuali prodotti offerti dal mercato finanziario.

La proliferazione di programmi di investimento in criptovalute e gli incentivi ad entrarvi anche con piccoli capitali non pare strutturata in modo tale da consentire ai piccoli risparmiatori di avere la giusta “consapevolezza” della tipologia di investimento che si va ad operare e che dovrebbe invece essere proprio di ogni scelta di gestione del risparmio.

La corrente di pensiero che vorrebbe le cripto quale alternativa alle attuali valute di mercato mira a scardinare la consolidata e classica natura dell’investimento inserendo nuovi parametri meno certi e conosciuti dai risparmiatori.

[6] Hedging: Strategia che prevede di coprire le perdite di un Asset investendo contemporaneamente su un altro Asset.

[7] Con il termine Outlook s’intendono le prospettive o le previsioni dell’andamento di una società o di un Paese.

[8] È giusto considerare che nell’ottica di speculatore questa affermazione potrebbe essere non vera dal momento che – seppur osservando grafici non del tutto direzionali – ogni giorno è possibile individuare occasioni di trading ed ottenere un guadagno dalla porzione di capitale investito.

[9] Nota dell’autore: La scelta della BCE di adeguare la propria politica monetaria a quella già intrapresa in altre economie, su tutte quella Americana, porta con sé uno scetticismo legato non solo ai tempi utilizzati dalla stessa per procedere al rialzo dei tassi, ma anche e soprattutto sugli effetti che queste scelte avranno sul sistema economico italiano ed in generale di tutti i principali Paesi europei.

A differenza dell’America, infatti, la BCE non ha mai assunto un ruolo tempestivo e deciso in tema di politica monetaria tanto che ad oggi il principale cambio EUR/USD non ha alcuna intenzione di cambiare tendenza nonostante l’obiettivo di portare i tassi al 4,22%.

[10] Il rendimento di un titolo di Stato esprime l’idea che gli investitori hanno della Nazione in cui vorrebbero investire.

Avere un Rendimento elevato sta a significare che gli investitori ti chiedono un premio al rischio più alto per prestarti i soldi di cui necessiti poiché le condizioni economiche del Paese presentano maggiori criticità.

Una riduzione del Rendimento del titolo di Stato esprime una maggior fiducia sulle prospettive di crescita del Paese.

[11] Gli IDE sono una categoria di investimenti effettuati da un investitore estero appunto, con l’obiettivo di stabilire un interesse duraturo in un’impresa che ha la sede legale in un’economia diversa.

[12] https://www.adnkronos.com/ricerca-ey-83-di-investimenti-diretti-esteri-in-italia-nel-2021_7zXj7NPXIQBahaJQRWG6YO?refresh_ce

[13] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/investimenti-esteri-e-verde-la-chiave-la-ripartenza-31038

[14] M1 – M2 – M3 sono aggregati monetari che misurano la quantità di moneta presente in un sistema economico in un dato momento, all’interno del bilancio consolidato delle istituzioni finanziarie monetarie esistenti.

[15] Ricordiamoci del circuito finanziario, le imprese hanno necessità di attrarre capitali dalle famiglie per sostenere i propri investimenti.

[16] Spesso anche i consulenti non hanno tutte le informazioni per indirizzare le persone verso il panorama dei fondi europei provocando sfiducia e ostacoli più che altro mentali che finiscono per spegnere il sogno imprenditoriale.

[17] Abbiamo detto in precedenza che avere redditi disponibili permette di gestire l’ordinario ma anche iniziare a pianificare finanziariamente la propria vita;

[18] Esistono diverse tipologie di crowdfunding: equity crowdfunding; social lending; reward e donation crowdfunding.

 

A cura di Giuseppe Marciano

Sabato 26 novembre 2022