La compensazione delle spese di giudizio è limitata alle ipotesi di soccombenza reciproca, ovvero nel caso di assoluta novità della questione trattata o mutamento della giurisprudenza rispetto alle questioni dirimenti, ovvero, ancora, qualora sussistano altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni.
Tali “gravi ed eccezionali ragioni” devono comunque essere esplicitamente indicate nella motivazione e riguardare specifiche circostanze o aspetti della controversia decisa, non potendo essere espresse con una formula generica.
La Corte di Cassazione ha chiarito i presupposti in presenza dei quali il giudice tributario può procedere alla compensazione delle spese di giudizio.
Un caso di Cassazione in tema di impugnazione di estratto di ruolo e compensazione delle spese di giudizio
Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva accolto l’appello proposto dalla società contribuente avverso la pronuncia con cui il giudice di primo grado aveva dichiarato cessata la materia del contendere rispetto al ricorso con cui il contribuente, mediante l’impugnazione dell’estratto di ruolo, aveva proposto opposizione ad una cartella di pagamento.
In particolare, il giudice di appello aveva rilevato che la notifica a mezzo posta della cartella di pagamento, posta a base del provvedimento impugnato, in mancanza del relativo avviso di ricevimento, non poteva considerarsi avvenuta ritualmente e doveva, perciò, considerarsi affetta da nullità insanabile.
La Commissione Tributaria Regionale aveva però ritenuto sussistere giusti motivi per compensare le spese del doppio grado di giudizio.
Avverso tale decisione la società proponeva infine ricorso per cassazione, lamentando, tra le altre, la violazione degli artt. 91 e 92, comma 2, codice procedura civile, per ave