E’ possibile recuperare il 100% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate con strumenti di pagamento tracciabili a decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 30 giugno 2022.
Il beneficio è destinato ad esercenti attività di impresa, arti o professioni che si siano dotati di strumenti di pagamento (POS) che garantiscano l’inalterabilità e la sicurezza dei dati ovvero si siano dotati di sistemi evoluti di incasso che consentano di assolvere agli obblighi di memorizzazione elettronica e di trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati relativi ai corrispettivi giornalieri.
Il decreto Sostegni bis veicolato nel decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, nella sua versione convertita in legge, all’art. 11-bis, commi da 10 a 12, introduce un nuovo credito di imposta per le commissioni addebitate per transazioni effettuate con strumenti di pagamento tracciabili (bonus POS).
Le disposizioni in esame recano novelle al decreto-legge n. 124 del 2019, come convertito dalla legge n. 157 del 2019.
Crediti di imposta POS: cosa prevedeva la normativa previgente
L’articolo 22, comma 1, del citato decreto-legge n. 124, istituisce il credito d’imposta nella misura del 30 per cento delle commissioni richieste per pagamenti, effettuati a decorrere dal 1° luglio 2020, con strumenti di pagamento tracciabili emessi da soggetti tenuti a rilevare e a tenere in evidenza i dati identificativi (ivi compreso il codice fiscale) di ogni soggetto che intrattenga con gli stessi qualsiasi rapporto o effettui qualsiasi operazione di natura finanziaria, con talune esclusioni.
Si tratta degli obblighi di comunicazione previsti dal D.P.R. 605 del 1973, all’articolo 7, sesto comma, concernente le comunicazioni dovute all’Anagrafe tributaria.
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