Il Decreto Rilancio ha istituito tre agevolazioni integrate tra loro, due di natura fiscale (crediti di imposta) ed una finanziaria (un fondo che sottoscrive obbligazioni emesse da piccole e medie imprese), aventi lo scopo di ricapitalizzare o di capitalizzare maggiormente imprese di piccola e media dimensione che abbiano subito una riduzione del capitale sociale per le perdite dovute alle conseguenze della pandemia di Covid–19 o che si siano comunque trovate in difficoltà a causa di esse subendo una consistente riduzione di fatturato.
Anche la Legge di Bilancio 2021 è intervenuta in tal senso prorogando e modificando le disposizioni. Andiamo ad approfondire…
PMI: le agevolazioni introdotte dall’art. 26 del Decreto Rilancio
I due crediti di imposta introdotti dal Decreto Rilancio sono finalizzati ad incentivare i soci che sottoscrivono e versano un aumento di capitale sociale ed ad aiutare una società che abbia subito una riduzione del patrimonio netto[1]per le perdite causate dalla crisi economica conseguenza sempre della pandemia di Covid – 19.
Il fondo, denominato Fondo patrimonio PMI, con una dotazione iniziale 4 miliardi di Euro per l’anno 2020 e di un miliardo per il 2021, gestito da Invitalia Spa, sottoscrive obbligazioni emesse da società che sono rimborsate decorsi sei anni dalla sottoscrizione, che rappresentano capitale di debito e quindi non alterano l’assetto proprietario della società emittente e sono utili nel caso in cui i soci abbiano risorse limitate da immettere nella società e insufficienti a far fronte all’attuale congiuntura.
Sull’argomento ti invitiamo ad approfondire nei seguenti articoli:
L’investimento del Fondo patrimonio PMI nelle obbligazioni emesse da PMI di media dimensione
Il credito di imposta per le perdite che riducono il patrimonio netto della società
Il fondo patrimonio PMI
Quest’ultima misura è particolarmente interessante anche perché, dato lo scarso sviluppo in Italia del mercato del capitale di rischio (equity o private equity che dir si voglia) o di debito (debt) delle PMI, in tal modo lo Stato cerca, per mezzo di una società controllata specializzata nello sviluppo delle imprese (Invitalia), di creare un sistema attraverso cui collocare emissioni obbligazionarie di imprese di questa dimensione (che, sempre in Italia, sono piuttosto rare e che, comunque, sono molto rischiose per gli investitori, anche professionali).
Le tre misure sono previste, rispettivamente, dai commi 4°, 8° e 12° dell’art. 26 citato.
I due crediti di imposta possono, ovviamente, essere utilizzati anche per sostenere lo sforzo dei soci conseguente agli obblighi di ricapitalizzazione della società previsti dall’art. 2446 c.c. nel caso di riduzione del capitale sociale per perdite e dall’art. 2447 c.c. nel caso di ridu