Scadenze fiscali e scadenze previdenziali: due mondi che non si parlano

Con l’introduzione dei nuovi Indici Sintetici di Affidabilità fiscale si è resa necessaria, a seguito di una serie di complicazioni, una maxi proroga per le Dichiarazioni dei Redditi 2019 (anno d’imposta 2018).

Tuttavia non vi è stata alcuna proroga per le scadenze previdenziali che interessano i contributi alle Casse di Previdenza professionali.

I nuovi ISA e la maxi proroga alle Dichiarazioni dei Redditi

L’introduzione degli ISA sta generando un ennesimo annus horribilis non solo per il Fisco italiano, ma soprattutto per i consulenti, che si trovano tra l’incudine ed il martello, nel complesso rapporto tra l’erario ed i contribuenti.

Per ovviare al problema, è stata approvata una maxi proroga per i termini dei versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi: il saldo ed il primo acconto si verseranno il 30 settembre prossimo, proprio per permettere un’adeguata gestione delle decisioni che nascono dai nuovi ISA. Le dichiarazioni saranno poi inviate entro il prossimo 1 dicembre.

Tralasciando le complicazione nate dagli Isa, per i soggetti interessati dal nuovo strumento di compliance, i tempi per calcolare e definire le dichiarazioni dei redditi si sono allungati allo stremo. Il 27 giugno, mentre il Senato approvava definitivamente la proroga dei versamenti ancora si discuteva sulla validità ed attendibilità dei software in uso per il calcolo degli ISA.

 

Il problema delle Casse di Previdenza professionali

Se il fisco ha reagito, con tempi lunghi e lasciando ancora qualche dubbio, concedendo ai contribuenti 2 mesi in più per definire le proprie posizioni con il Fisco, non tutto può dirsi risolto perché restano i problemi collegati con le Casse di Previdenza professionali che pretendono i dati ed i versamenti dei contributi entro il 31 luglio (si pensi a Cassa Forense, Enpam e alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Ragionieri e Periti Commerciali).

I contribuenti soggetti a tali Casse si troveranno nella situazione di dover inviare i propri dati reddituali da cui si calcolano i contributi previdenziali prima di aver a disposizione tutti i software e decidere eventuali adeguamenti alle risultanze ISA.

E’ probabile che queste Casse abbiano mantenuto da tempo tali scadenze, che potevano essere valide quando si definivano le dichiarazioni prima della fine di luglio, ma che nel 2019 risultano scollegate dalla realtà.

Vi è da dire che questa situazione non dipende dagli enti previdenziali privati né dai loro iscritti, poiché non hanno avuto alcuna voce in capitolo per quanto è avvenuto con gli ISA, ma adesso sono loro che si trovano in una situazione incresciosa e a dover fare delle valutazioni.

E’ ovvio che semplicisticamente si può dire che il contribuente può comunque fare la dichiarazione anche a luglio, ma questa affermazione non tiene conto delle modalità con cui vengono “lavorate” le dichiarazioni dei redditi e della scelta degli adeguamenti agli ISA che deve essere fatta con cognizione di causa, cioè con software attendibili.

Il sistema fiscale italiano è inoltre talmente complesso che un “profano” difficilmente riesce a produrre in proprio la dichiarazione dei redditi e, pertanto, deve avere un consulente.

Gli studi professionali diventano un collo di bottiglia: tutti i contribuenti vogliono giustamente definire la dichiarazione col commercialista, che oltre a questo deve svolgere gli altri adempimenti fiscali di base (ad esempio le liquidazioni IVA), ma il professionista ad oggi non ha tutti gli strumenti per farlo.

I contribuenti hanno poi bisogno di tempo per valutare le dichiarazioni, e gli effetti degli Isa, il che non si concilia con i termini concessi dalle Casse.

Sorge, quindi, spontanea qualche domanda: “perché se l’adempimento sottostante viene prorogato dallo Stato (autore del disastro) gli enti privati non intervengono?

Si ricorda che ad esempio Cassa Forense sanziona l’omesso pagamento della rata di luglio, se dovuta, oltre alla difformità dei dati inviati con il Mod. 5 rispetto a quelli inseriti nei dichiarativi.

Ed ancora, perché il Legislatore non tiene conto delle scadenze delle Casse private, quando agisce su modi e termini dei dichiarativi, provvedendo per tempo?

Di certo, la situazione creatasi non rasserena i rapporti tra Fisco e contribuenti e complica, e non di poco, anche quelli tra commercialisti e loro assistiti.

Inutile dire che sarebbe auspicabile una proroga anche di tali adempimenti connessi con la dichiarazione dei redditi

 

A cura di Nicoletti Valeria e Luca Bianchi

Mercoledì 3 Luglio 2019

Le principali scadenze di luglio–>