Il D.L. 34/2019 introduce meccanismi di grande vantaggio per chi decide di rientrare in Italia a seguito di periodi di lavoro all’estero: con tale disposizione aumentano così le condizioni di favore in termini fiscali, con una notevole semplificazione anche dei requisiti richiesti per accedere al beneficio. A partire dal 2020 – salvo modifiche in sede di conversione del decreto – i soggetti impatriati potranno godere della riduzione della base imponibile al 30%, la quale si riduce in specifiche circostanze fino al 10%, con possibilità di estensione della riduzione per ulteriori 5 anni.
Il D.L. 34/2019 introduce meccanismi di grande vantaggio per chi decide di rientrare in Italia a seguito di periodi di lavoro all’estero: con tale disposizione aumentano così le condizioni di favore in termini fiscali, con una notevole semplificazione anche dei requisiti richiesti per accedere al beneficio. A partire dal 2020 – salvo modifiche in sede di conversione del decreto legge – i soggetti impatriati potranno godere della riduzione della base imponibile al 30%, la quale si riduce in specifiche circostanze fino al 10%, con possibilità di estensione della riduzione per ulteriori 5 anni.
Lavoratori impatriati: novità nel Decreto Crescita
Il Decreto Crescita, ossia il D.L. n. 34 del 30 aprile 2019, a tutt’oggi ancora in attesa di essere convertito in legge, ha apportato una serie di modifiche al sistema di incentivi per i lavoratori rimpatriati – ossia quei lavoratori che decidono di ritornare a risiedere stabilmente in Italia a seguito di periodi di residenza per studio/lavoro all’estero – che risulta essere, sempre che lo stesso sia convertito senza ulteriori modificazioni, molto vantaggioso.
Di tale argomento si è di recente occupata anche la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, la quale ha fornito – con l’Approfondimento del 30 maggio – utili chiarimenti sull’utilizzo della misura nei confronti dei lavoratori che decidono di tornare a risiedere nel territorio italiano.