Il regime di tassazione dei dividendi societari è cambiato con decorrenza dall’1/1/2018, data a decorrere dalla quale la tassazione dei dividendi di partecipazioni qualificate e non qualificate è stata unificata, sottoponendo le stesse ad una tassazione a titolo d’imposta del 26%.
Purtuttavia, la distinzione tra partecipazioni qualificate e non, in termini di tassazione, resterà ancora in vigore e in maniera differenziata a seconda del periodo di formazione degli utili, per un periodo transitorio che va fino al 31/12/2022, relativamente agli utili che si sono formati fino al 31/12/2017.
Non rileverà più la distinzione tra partecipazione qualificata e non
A partire dai dividendi percepiti dal 1° gennaio 2018 e dai redditi diversi conseguiti dal 1° gennaio 2019, per le persone fisiche non imprenditori (quindi sostanzialmente i “soggetti privati”) non rileverà più la distinzione tra partecipazione non qualificata e qualificata, salvo il periodo transitorio per le qualificate, come esporremo più avanti.
La novità va ad integrare le modifiche apportate dal D.M. 26 maggio 2017 e per tale motivo è stato previsto un regime transitorio.
La classificazione delle partecipazioni
La tassazione dei dividendi fino al 31/12/2022 per gli utili formatisi prima del 2018 è articolata per tipologia di partecipazione, a secondo che la stessa sia qualificata e non qualificata. quindi appare necessario innanzi tutto definire le 2 tipologie di partecipazione.
TIPOLOGIA |
PARTECIPAZIONI NON QUALIFICATE |
PARTECIPAZIONI QUALIFICATE |
SOCIETÀ NON QUOTATE
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