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È noto che da quest’anno la quota imponibile IRPEF dei dividendi percepiti dai soci qualificati e dalle imprese non IRES è aumentata rispettivamente dal 49,72% al 58,14% e dal 77,74% al 100%.
Di conseguenza, con specifico riferimento ai soci, in caso di cessione plusvalente il prelievo sul capital gain aumenterà di quasi 10 punti percentuali.
L’incremento ha effetto per tutti gli utili realizzati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016, mentre per ciò che concerne le plusvalenze la decorrenza è fissata a partire dal 1° gennaio 2018; è bene precisare che i capital gain provenienti da cessioni concluse entro la fine del 2017 continueranno a essere assoggettate alla precedente imposizione.
Tale circostanza costringe le società di capitali a valutare attentamente le componenti del patrimonio netto così da non penalizzare i soci in sede di distribuzione.
Sono infatti aumentate a tre le categorie di riserve di utili disponibili che possono essere presenti in bilancio, ognuna delle quali espleta un proprio riverbero in termini fiscali ed è soggetta al rispetto dei vari meccanismi di priorità previsti dal legislatore.
In verità l’adeguamento delle percentuali di imponibilità di cui trattasi era atteso dal momento in cui si è avuta la notizia della riduzione dell’aliquota IRES dal 27,50% al 24% (Legge n. 208/2015, articolo 1, comma 61).
Avevamo infatti già vissuto quest’esperienza nel 2008 allorquando l’imposta sul reddito delle società era stata ridotta dal 33% al 27,50%.
È bene comunque evidenziare che non tutti i contribuenti (residenti) soci di società sono interessati dalle modifiche in commento; nello specifico:
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sale dal 49,72% al 58,14%, per effetto della riduzione della quota esente dal 50,28% al 41,86%, la tassazione:
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sui dividendi percepiti dai soci IRPEF qualificati e dalle imprese non IRES (articoli 47 e 59 del TUIR, D.P.R. n. 917/1986);
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sulle plusvalenze realizzate in regime “Pex” di cui all’articolo 58, comma 2, TUIR;
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sulle plusvalenze realizzate da parte di soci (in particolare, persone fisiche qualificate) per cui il capital gain costituisce un “reddito diverso” (articolo 68, comma 3, TUIR);
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sale dal 77,74% al 100% (articolo 4, comma 1, lettera q), D.lgs. n. 344/2003) l’imposizione sui dividendi percepiti dagli Enti non commerciali (sia nella sfera commerciale che in quella istituzionale).
Al pari, in caso di minusvalenza, la quota deducibile salirà al 58,14%.
Diversamente, non è stato modificato:
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il regime impositivo proprio dei soci non qualificati i quali continueranno a liquidare l’imposta sostitutiva del 26%;
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il regime impositivo relativo alla quota imponibile dei dividendi percepiti dai soggetti IRES che rimane al 5%;
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l’esenzione “Pex” al 95% delle plusvalenze realizzate dai soggetti IRES in possesso dei requisiti di cui all’articolo 87 del TUIR; permane anche l’indeducibilità integrale delle relative minusvalenze.
25 settembre 2017
Gianfranco Costa e Alessandro Tatone
articolo tratto dalla circolare settimanale del Commercialista Telematico, un ottimo - ulteriore - strumento di aggiornamento professionale