La ricetta per la giusta Voluntary Disclosure bis

la voluntary bis è forse più complessa della precedente… quali sono gli ingredienti per preparare correttamente la pratica? Il Commercialista è davvero simile ad uno chef che deve gestire gli ingredienti e la brigata

voluntary-disclosureCosa serve per la voluntary disclosure bis? E’ come un complicato piatto che il commercialista deve saper cucinare per interesse del cliente… una di quelle ricette di difficoltà elevata e che non sempre riescono….

 

Ricetta VD
Tempo di preparazione: lungo
Difficoltà: alta 

INGREDIENTI

  • Certificato titolarità dei conti correnti
  • Estratti conto della liquidità (di tutti gli eventuali conti in valuta originaria) dall’anno antecedente all’ultimo anno accertabile fino alla data più prossima possibile;
  • Estratti conto patrimoniali per le movimentazioni degli investimenti dall’anno antecedente all’ultimo anno accertabile fino alla data più prossima possibile;
  • Rapporti annuali di performance del conto dal primo all’ultimo anno accertabile;
  • Contabili Bancarie
  • Waiver laddove richiesto (non più necessario per la Svizzera)
  • Dichiarazioni presentate
  • Eventuali scudi
  • La serie dei cambi di Banca d’Italia fino al 31/12/2015
  • l provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle Entrate sui cambi ufficiali fino al 31/12/2015

Qualora alcuni “ingredienti” risultassero introvabili, quali ad esempio i rapporti annuali di performance del conto, si può ovviare con un attento utilizzo delle contabili bancarie o degli estratti conto (a patto che siano sufficientemente ricchi di informazioni). 

Procurati gli ingredienti, ci si può dedicare alla preparazione, si consiglia una “brigata” di almeno 2-3 persone a seconda delle dimensioni della procedura. 

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PROCEDIMENTO

Registrare interamente tutti gli estratti conto sia di liquidità che patrimoniali, utilizzando un foglio di Excel (che avrete precedentemente predisposto) o un programma di contabilità (in tal caso occorre adattarlo alle necessità della procedura) avendo cura di evidenziare: versamenti, prelievi, acquisti, vendite, rimborsi e trasformazioni di attività finanziarie, redditi da capitali, ripulendoli da spese bancarie e commissioni varie (solitamente ingenti e numerose). Per questa operazione potrete avvalervi di un programma di conversione pdf se il formato dei documenti ve lo consente.

Durante questa fase occorrono alcune attenzioni che risultano fondamentali ad una buona riuscita:

  • riportare i redditi senza ritenute (al lordo) il recupero dell’Euroritenuta appare oggi ancora un azzardo nonostante pronunce favorevoli della giustizia tributaria (CTP di Varese) e di autorevole dottrina
  • ogni qualvolta incontrerete un movimento bancario che riguardi un titolo aggiungere l’ISIN che se non presente in estratto conto potrà essere facilmente rinvenuto nelle contabili bancarie;
  • Mettete da parte l’elenco degli ISIN, servirà per le fasi successive.

Al termine di questa prima scrematura dovreste avere:

  • Gli estratti conto contabilizzati e quadrati con quelli originali arricchiti delle informazioni necessarie;
  • I prospetti patrimoniali completi di costo di acquisto e valore di mercato per ciascuna annualità;

Separare i documenti 2013-2014-2015 dal resto e cominciare la preparazione delle annualità fino al 2012.

Per quanto concerne i titoli occorre individuare il dato di partenza (ad esempio 2009) riportando le consistenze iniziali valorizzate al costo nella valuta originaria, aggiungere poi le annualità successive rispettando l’ordine cronologico per ogni titolo. Quando saranno stati inseriti tutti, applicare il metodo Lifo per creare la stratificazione necessaria ad una corretta valutazione. La somma degli strati, valutati al costo di acquisto, darà il valore ciascun titolo alla sua divisa originaria. Una volta trovati i valori in valuta di ciascun titolo e di ciascun conto corrente al 31/12, convertire i valori annui al cambio ufficiale dell’Agenzia delle Entrate previsto per ciascuna annualità.

Gli anni successivi risulteranno invece un po’ più laboriosi: per i conti correnti riportare il valore medio ponderato e per i titoli e le altre attività finanziarie, valorizzare il tutto al corso di mercato (che avrete precedentemente individuato nei prospetti patrimoniali al 31/12/2013) avendo cura di contare anche quelle attività cedute nel corso dell’esercizio, considerandole al valore di mercato al cambio del giorno di cessione rapportato ai giorni di possesso.

Unendo i due preparati otterrete quindi la prima parte della ricetta: la Sezione II del modello con la quale potrete liberamente calcolare le sanzioni relative al monitoraggio e le relative riduzioni in base al tipo di paese e alle intenzioni del contribuente in tema di rimpatrio. Non dimenticate di aggiungere anche l’IVAFE.

Se avete seguito correttamente tutti i passaggi la sezione V relativa ai redditi non dovrebbe presentare ulteriori difficoltà ma richiede un tempo di preparazione ancora più lungo della fase precedente.

Cominciamo con la parte più semplice che rischia di rendere il piatto particolarmente “salato”: i redditi che hanno consentito la formazione dei patrimoni esteri. Poiché per la presunzione ex Art. 12 del D.L. n. 78/2009 l’ammontare di fondi e investimenti detenuti all’estero e non dichiarati si presume costituito da redditi sottratti a tassazione, occorrerà individuare con una certa precisione il periodo di formazione delle disponibilità all’estero al fine di evidenziare eventuali versamenti occorsi nel periodo soggetto a Voluntary Disclosure che andranno assoggettati (ricorrendone i presupposti) ad IRPEF, Addizionali, Contributo di solidarietà, IRAP, IVA e contributi previdenziali.

Una certa attenzione dovrà poi essere prestata ai prelevamenti che andranno sempre analizzati e giustificati nel loro utilizzo al fine di non generare il sospetto che siano serviti alla formazione di ulteriori patrimoni non dichiarati, il che renderebbe il tutto alquanto indigesto per l’Agenzia delle Entrate (che potrebbe arrivare ad invalidare la procedura per carenza del requisito della completezza) e di conseguenza per il contribuente …

La ricerca ed esposizione dei redditi derivanti dall’impiego dei capitali all’estero richiede invece molta più attenzione e tempo, tanto che alcuni prediligono il “metodo forfettario” (1,35% dei totali patrimoniali a fine anno) ma tale tecnica, come spesso accade con le preparazioni rapide, rischia, salvo casi di investimenti ad alta redditività (rari quanto i tartufi bianchi…) e bassi patrimoni, di rendere la pietanza ancora più salata per gli ignari commensali-disclosanti.

Ecco quindi come procedere per il “metodo analitico”. 

Sottoponete l’elenco delle attività finanziarie classificate per ISIN precedentemente predisposto ad un’ulteriore analisi al fine di individuare:

  • Il tipo di investimento (Titoli, Azioni, Obbligazioni, Fondi, ETF…)
  • La natura dei fondi distinguendo altresì tra autorizzati e non autorizzati o armonizzati e non armonizzati

Una volta individuati i dettagli dei fondi (potrete utilizzare Bloomberg, Internet o servizi dedicati) otterrete le vostre attività finanziarie organizzate in gruppi omogenei distinti l’uno dall’altro per tipologia di tassazione :12,50%-20%-26%-27%- Marginale IRPEF (per OICR e OICVM non armonizzati).

Ora ricercate, dalle analisi precedentemente predisposte sui conti correnti e sui prospetti di performance dei portafogli, interessi e dividendi ricordandosi di indicare sempre gli importi lordi.

Per calcolare eventuali plusvalenze invece ricorrete per azioni, obbligazioni e titoli, al LIFO mentre utilizzate il costo medio ponderato per i fondi e simili, ricordate sempre di convertire gli importi in valuta al cambio del giorno o del giorno precedente più prossimo.

Giunti a questo punto (potrebbero essere trascorsi nel frattempo dalle 3 ore alle 3 settimane a seconda dei casi) riponete le risultanze patrimoniali nel modello ministeriale non dimenticando di:

  • indicare tutti i soggetti delegati e di porzionare i patrimoni in parti uguali (salvo prove contrarie) tra tutti i soggetti (e predisponendo un modello per ciascun soggetto) nella sezione II
  • indicare i versamenti e gli incrementi patrimoniali (non derivanti da giroconti) nella sezione III
  • riportare i patrimoni che saranno oggetto del rientro nella sezione IV indicando i paesi di destinazione ed eventuali rientri già avvenuti (prelevamenti)
  • compilare la sezione V con i redditi, le imposte e i contributi suddivisi per tipo di imposta (IRPEF-IRAP-CONTRIBUTI-SOSTITUTIVE) indicando eventuali imposte calcolate con il metodo forfettario tra le imposte sostitutive e le relative sanzioni

Spedire telematicamente, attendere la ricevuta e predisporre la relazione in cui descrivere dettagliatamente quanto analizzato allegando tutti i documenti utilizzati per giungere alle conclusioni che potrete far pagare comodamente in una o tre rate di cui la prima o unica entro il 30/09/2017 ottenendo così la massima riduzione ad 1/6 delle sanzioni; in caso contrario sarà possibile l’accertamento con adesione con la minore riduzione ad 1/3. 

Con la speranza che il risultato sia di gradimento anche del cliente che, se troppo insoddisfatto potrebbe prendersela con lo “chef” pregiudicando il pagamento del conto. 

Semplice no? E adesso a voi la prova e … buon appetito!

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11 luglio 2017

Alessandro Mattavelli