Il compenso agli amministratori nella Nota Integrativa abbreviata

di Gianfranco Costa

Pubblicato il 29 maggio 2017

Alcune valutazioni sugli obblighi informativi nella nota integrativa: la comunicazione circa l'ammontare degli emolumenti spettanti agli amministratori, le possibili informazioni utili ai lettori del bilancio che emergono da questo obbligo.

Come abbiamo già avuto modo di specificare in precedenti approfondimenti, il D.lgs. n. 139/2015 ha introdotto importanti novità in tema di modalità di esposizione e di informazioni da fornire in Nota Integrativa, anche abbreviata.

Fra le più rilevanti vi è senza dubbio quella relativa alla comunicazione circa l'ammontare degli emolumenti spettanti agli amministratori i quali, sovente, ricoprono anche la carica di soci.

Tale sovrapposizione, sebbene non ostacolata dal sistema giuridico nazionale, può, nell’ambito della valutazione aziendale, ovvero del merito creditizio, produrre rilevanti distorsioni valutative.

Può infatti accadere che i soci possano decidere di “sostituire”, anche solo parzialmente, i dividendi con l’aumento degli emolumenti; in linea di principio generale nulla vieta questa condotta, ma è pur vero che dalla sua adozione potrebbero scaturirne comportamenti elusivi dal punto di vista tributario.

In ogni caso, a prescindere dagli eventuali vantaggi fiscali, l’aumento degli emolumenti oltre soglie ragionevoli rispetto l’attività svolta in virtù del mandato conferito, crea dei problemi in termini di rappresentazione del corretto andamento societario.

È ben noto infatti come, a differenza dei dividendi, gli emolumenti degli amministratori rappresentino una componente negativa di reddito deducibile per la società (voce B.7 “Costi per servizi” Conto Economico).

L’imputazione di tali costi incide inevitabilmente, ed in via parzialmente impropria, sulla marginalità aziendale fino a determinare un pareggio d’esercizio, se non anche, nei casi più estremi, una perdita.

Questa evenienza non consente al lettore del bilancio la piena comprensione della realtà aziendale che sta valutando, né tanto meno la sua redditività.

Per ovviare a questa asimmetria informativa è necessario che l’utilizzatore sia messo in grado di conoscere l’effettivo ammontare dell’emolumento corrisposto all’amministratore così da poterne valutare l’eventuale eccessiva remunerazione.

In quest’ottica il legislatore ha aggiornato la previgente normativa (la quale prevedeva l’obbligo di indicazione di tale dato solo con riferimento ai bilanci ordinari) disponendone l’esposizione anche con riferimento ai bilanci abbreviati, nonché a quelli per le micro-imprese.

Così facendo sarà possibile per eventuali creditori sociali determinare l’EBITDA al netto dell’eventuale “eccessiva” remunerazione, considerando il solo costo gestorio della componente spettante ai soci come remunerazione del capitale investito.

Il risultato così ottenuto permetterà di avere quindi una reale rappresentazione delle potenzialità dell’attività caratteristica, nonché della capacità dell’impresa di generare liquidità e far fronte ai propri debiti mediante auto finanziamento.

 

 

15 maggio 2017

Gianfranco Costa e Alessandro Tatone