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Il ravvedimento del quadro RW in presenza di modello 730
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Come monitorare le partecipazioni nel quadro RW: le nuove indicazioni delle istruzioni
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14 maggio 2016
Immobili detenuti all’estero da soggetti residenti (quadro RW)
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Il quadro RW del modello Unico 2016 deve essere compilato da tutte quelle persone fisiche residenti in Italia che, durante l’anno d’imposta 2015, hanno posseduto attività all’estero anche per un solo giorno del 2015. Il fine è quello di dichiarare il possesso delle attività e determinare gli importi delle due imposte patrimoniali IVIE ed IVAFE calcolate rispettivamente sugli investimenti immobiliari e sulle attività finanziare.
Mentre è stato chiarito che per la corretta compilazione è possibile considerare unitariamente il portafoglio finanziario senza preoccuparsi dei movimenti dei singoli titoli, per la determinazione di eventuali minusvalenze e plusvalenze, occorrerà adottare a seconda dei casi il metodo LIFO (titoli obbligazionari e azionari) o il metodo del costo medio ponderato (fondi di investimento e strumenti strutturati). Mentre il costo medio ponderato non presenta particolari difficoltà applicative, il LIFO richiede di predisporre procedure e fogli di lavoro ad hoc.
Metodo LIFO applicato alle attività finanziarie
L’acronimo LIFO deriva dai termini inglesi “Last In, First Out” (ovvero “ultimo ad entrare, primo ad uscire”) ed è adoperato per calcolare il capital gain o il capital loss di attività finanziarie appartenenti a categorie omogenee (ad esempio: titoli con un medesimo ISIN acquistati e venduti a più riprese e a prezzi differenti). Con questa metodologia di calcolo, di conseguenza, si considerano ceduti per primi i titoli acquistati più di recente.
Per procedere con il calcolo è necessario disporre prima di tutto, per ogni movimento “rilevante”, vendite e acquisti effettuate nell’anno, delle seguenti informazioni:
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L’ISIN (ovvero il codice identificativo dei titoli finanziari a livello internazionale);
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La tipologia di prodotto finanziario;
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Il periodo di titolarità.
Tutti questi dati possono essere ricavati dagli estratti conto, dalle contabili e dai prospetti patrimoniali forniti dalla banca.
Utilizzando le informazioni a disposizione bisognerà riportare tutti i movimenti dei titoli (indicando di volta in volta le quantità movimentate, le relative valute ed i prezzi di scambio) in un prospetto ordinato cronologicamente, avendo cura di indicare un criterio chiave (ad esempio il codice ISIN) per identificare correttamente ciascun titolo. Si dovranno poi verificare i saldi dei titoli ed analizzare ogni vendita individuando gli strati utilizzati e i residui per ciascuno strato.
Per ogni vendita effettuata sarà necessario verificare quando il titolo considerato è stato acquistato per l’ultima volta ed in quale quantità. Occorrerà appurare sempre che non si sia in presenza di quantità vendute superiori alle acquistate (fatto salvo il caso di vendite allo scoperto).
Si calcolerà quindi l’entità delle Plus-Minusvalenze utilizzando alternativamente i seguenti metodi:
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moltiplicando la quantità di titoli di acquisto più recente alla differenza fra il prezzo di vendita ed il prezzo di acquisto dei titoli appena considerati;
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calcolare la differenza fra il valore del venduto (ricavato dalla moltiplicazione fra il prezzo di vendita e la quantità di titoli acquistati più di recente) ed il costo del venduto (pari al prodotto fra la quantità di titoli acquistati più di recente ed il prezzo di acquisto a cui questi ultimi titoli sono stati acquistati).
Riportiamo un esempio per chiarire i concetti indicati.
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