Una sanatoria per regolarizzare cinque anni di errori, ma accessibile solo a chi accetta di vincolarsi per i prossimi due. Un doppio binario che promette vantaggi, ma impone condizioni rigide, calcoli complessi e rischi non trascurabili. È davvero un’opportunità o un compromesso svantaggioso? Scopri cosa si cela dietro l’accordo.
Ravvedimento speciale bis e Concordato biennale: la nuova sanatoria 2019–2023 per i soggetti ISA
La Commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento al DL n. 84/2025 (cd. “Decreto Fiscale”), che reintroduce il regime del “ravvedimento speciale bis” (definito anche “sanatoria”) riservato ai contribuenti soggetti agli ISA che aderiranno al Concordato Preventivo Biennale (CPB) 2025‑2026.
Si tratta di un binomio normativo pensato per offrire ai contribuenti soggetti agli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) un duplice beneficio: da un lato, la possibilità di concordare preventivamente il reddito da dichiarare per i prossimi due anni, e dall’altro, la chance di mettere in regola le eventuali incongruenze o omissioni dei cinque anni precedenti, con modalità agevolate e aliquote ridotte.
Il ravvedimento speciale bis, come quello previsto per lo scorso anno, consente ai soggetti che intendono aderire al CPB per il biennio 2025-2026 di usufruire della procedura di regolarizzazione riferita al quinquennio 2019-2023. La determinazione del maggior imponibile e dell’imposta da versare seguirà un criterio progressivo basato sul livello di affidabilità fiscale, misurato attraverso il punteggio ISA. In parallelo, si prevede un’estensione dei termini di decadenza fino al 31.12.2028 per l’accertamento, applicabile anche ai contribuenti che non usufruiscono della regolarizzazione.
La sanatoria 2019‑2023: un’occasione (condizionata) per rimediare
Il nuovo articolo 12-ter prevede che i soggetti che perfezionano l’adesione al CPB 2025-2026 entro il 30 settembre 2025 possano