Stiamo vivendo una fase di difficoltà sul mercato del lavoro nel trovare figure specializzate; facciamo il punto sul settore dell’edilizia che è sotto stress per i numerosi interventi legati ai bonus edilizi.
Come noto stiamo vivendo una fase di difficoltà sul mercato del lavoro nel trovare figure specializzate, facciamo il punto sull’edilizia che è sotto stress per i numerosi interventi legati ai bonus edilizi.
Nel settore dell’edilizia mancano i tecnici specializzati: a bloccare il mercato è, principalmente, l’assenza di progettisti ed installatori.
Analizzando l’età anagrafica dei lavoratori, nell’arco dei prossimi tre anni, per il raggiungimento dell’età della pensione risulta essere a rischio almeno il 65% delle ditte individuali.
Per evitare di andare incontro ad un vero e proprio blocco delle attività, è necessario che ci sia un ricambio generazionale: per riuscire a centrare questo obiettivo, però, è necessario sensibilizzare e promuovere maggiormente la necessità di più la formazione. L’obiettivo è quello di andare ad innovare il patrimonio edilizio italiano e le città. Questi dati sono emersi dal workshop Smart installer, organizzato dalla Federazione Unimpresa Impianti e Nuove Tecnologie che si è tenuto a fine novembre, al centro del quale c’è stato proprio il tema dell’installazione.
La difficoltà a trovare dei tecnici specializzati per l’edilizia
Reperire dei tecnici specializzati inizia ad essere difficile già da adesso. Stando ai dati messi in evidenza dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior – che è stato realizzato da Unioncamere con Anpal – si evince che le imprese sono in difficoltà nel reperire qualcosa come 252.000 assunzioni. Le figure che risultano essere più difficili da reperire sono:
- operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni;
- meccanici artigianali;
- montatori;
- riparatori, manutentori macchine fisse e mobili;
- fabbri ferrai costruttori di utensili.
Sono diverse le figure professionali che le aziende italiane stanno cercando, ma in almeno la metà dei casi non le riescono a trovare. Sarebbero almeno 531.000 i lavoratori ricercati dalle imprese nel corso del mese di settembre 2023. Ossia 7.000 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel periodo compreso tra settembre e novembre le assunzioni previste avrebbero superato di poco gli 1,4 milioni, registrando un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La difficoltà nell’effettuare queste assunzioni è stata determinata dal fatto che per almeno il 48% delle assunzioni programmate le aziende si sono trovate in difficoltà nel reperire il personale specializzato.
Le figure più difficili da trovare
Sono state riscontrate difficoltà nel reperimento di figure professionali che hanno coinvolto almeno 252.000 assunzioni. I motivi principali di questo buco sono da addebitarsi a:
- mancanza di candidati: 31,7%;
- preparazione inadeguata: 12%.
Allargando leggermente lo sguardo è possibile notare che c’è una carenza di:
- operai specializzati: 64,2%;
- conduttori di impianti fissi e mobili: 53,2%;
- professioni tecniche: 49,5%.
Difficili da trovare sono le seguenti figure:
- attrezzisti, operai e artigiani che trattano il legno: 74,1%;
- addetti alle rifiniture delle costruzioni: 73,6%;
- meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili: 73,1%;
- fabbri ferrai costruttori di utensili: 72%.
“Quotidianamente viviamo il problema della carenza o persino/addirittura mancanza di competenze ormai come un’autoevidenza – spiega Carla Capodiferro, presidente di Unimpresa INT -. Tra tre anni, infatti il 65% delle ditte individuali chiuderanno perché avranno raggiunto l’età pensionabile. Attraverso collaborazioni ad ampio raggio abbiamo facilitato l’accesso ai percorsi formativi, cercando di nutrire di contenuti tecnici la nostra formazione. Dovremmo continuare a sensibilizzare la formazione tecnica nelle scuole a partire dalla modernizzazione dei laboratori in ottica finale e lungimirante (orizzonte di confine) di aumento delle competenze, rispondendo alle aziende sul piano dei tavoli tecnici con tanto i tuoi aziendali, economici e legislativi. Le aziende non hanno più tempo ormai perché troppo coinvolte dalla routine quotidiana. Le aziende hanno anche due limiti: il numero dimensionale (si tratta spesso di piccole aziende che difficilmente riescono ad assorbire le competenze che oggi il mercato richiede/cerca) e oggi il decreto/la norma 37/08 non rappresenta più le aziende di impianti perché non tutela la figura dell’impiantista”.
Pierpaolo Molinengo
Venerdì 15 Dicembre 2023