Tra le varie misure adottate dal nuovo Decreto legge (in attesa ora di pubblicazione in G.U.) si rileva lo stop definitivo all’obbligo di smart working (che era previsto al 50%) per i dipendenti pubblici.
Il Consiglio dei ministri che si è riunito ieri 29 aprile 2021 ha approvato un decreto legge di proroga di alcuni termini in scadenza.
Tra le varie misure adottate, per le quali aspettiamo di vedere la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, si rileva lo stop definitivo all’obbligo di smart working (che era previsto al 50%) per i dipendenti pubblici.
Finisce pertanto – per il pubbligo impiego – l’obbligo di ricorrere allo smart working, non più obbligo quindi di lavoro da casa: niente obbligo di far lavorare in smart working un dipendente pubblico su due, né durante l’emergenza né con l’adozione dei Pola, i piani organizzativi per il lavoro agile: secondo la bozza del testo del decreto proroghe, infatti, lo smart working si potrà proseguire in deroga fino alla definizione delle nuove regole con il contratto nazionale e comunque non oltre la fine dell’anno, ma non ci sarà il vincolo del 50%.
Salta anche il limite del 60% indicato nei Pola, mentre scende dal 30% al 15% la soglia minima in caso di mancata adozione dei Piani organizzativi.
“Si torna alla normalità: addio alla soglia minima del 50% per lo smart working” nella P.a.
Lo dice il ministro Renato Brunetta spiegando le norme contenute nel decreto Proroghe:
“Facciamo tesoro della sperimentazione indotta dalla pandemia e del prezioso lavoro svolto dalla ministra Dadone per introdurre da un lato flessibilità coerente” con il riavvio delle attività “che stiamo vivendo e dall’altro lato la piena autonomia organizzativa degli uffici.
Un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza, concordato con il Comitato tecnico-scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti”.
(Agenzia ANSA, nota del 29 aprile 2021, ore 17 circa).
Tra le altre novità introdotte segnaliamo la proroga al 30 settembre 2021 della validità dei documenti di identità eventualmente scaduti nel periodo di pandemia (attualmente la scadenza sarebbe stata 30 aprile 2021) e nessun intervento invece di eventuale proroga sulle concessioni per le spiagge: il Ministro del turismo Massimo Garavaglia ha affermato che:
“Non serve nessuna proroga perché una norma esiste già, anzi due: una per la proroga al 2033 e un’altra che congela le concessioni per il Covid”.
Si attende un chiarimento in merito alla proroga della notifica delle cartelle esattoriali, di cui non si parla nelle dicharazioni dei ministri al termine del Consiglio, probabilmente ci sarà una proroga-ponte di un mese mentre un’altra proroga potrebbe forse essere inserita in sede di conversione di uno dei vari decreti da convertire in legge prossimamente.
Aggiornamento: in data di oggi 30/4/2021 è uscito un comunicato stampa del Ministero dell’Economia per segnalare che è in via di definizione un provvedimento normativo che differirà al 31 maggio 2021, il termine di sospensione delle attività di riscossione, attualmente fissato al 30 aprile 2021 dall’art. 4 del decreto-legge n. 41/2021 (cd. Decreto Sostegni).
La sospensione, introdotta a partire dall’8 marzo 2020 dall’art. 68 del decreto-legge n.18/2020 (cd. Decreto Cura Italia), riguarda tutti i versamenti derivanti dalle cartelle di pagamento, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi affidati all’Agente della riscossione, nonché l’invio di nuove cartelle e la possibilità per l’Agenzia di avviare procedure cautelari o esecutive di riscossione, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti.
Questo l’aggiornamento ministeriale… e comunque ciò ci fa riflettere sul fatto che si sta valutando la proroga di un mese, una proroga molto breve… da aprile a maggio… poi – purtroppo – probabilmente si ricomincerà con notifiche, pagamenti, procedure cautelari…
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CommercialistaTelematico
Venerdì 30 aprile 2021