Dazi USA: lo stato dell’arte e le prospettive di implementazione

Facciamo il punto sull”accordo dazi UE – USA, che ha riscritto il paradigma del diritto commerciale e doganale sul libero scambio internazionale. Vediamo alcuni punti critici, come acciaio e alluminio, e le possibili prospettive.

Stati Uniti ed Unione Europea, con molti punti ancora da definire, sono arrivati a concludere i contorni di un assetto che, seppure non definito con un accordo internazionale in senso tecnico, integra un’intesa che sta ora dando maggiori certezze – per quanto possibile – alle imprese impegnate negli scambi internazionali atlantici.

 

Dazi USA a che punto siamo?

dazi usa export italianoIl punto di inizio del nuovo modello è da rintracciare nell’accordo del 27 luglio, nei termini meglio condivisi tra l’UE e gli USA nel Joint Statement dello scorso 21 agosto, data a partire dalla quale le parti hanno, ciascuna autonomamente, iniziato ad adottare provvedimenti, proposte normative, ordini esecutivi e prassi doganali che, sensibilmente, hanno ridotto l’imposizione daziaria negli USA e congelato le misure ritorsive in UE, che al momento è soddisfatta con l’obiettivo minimo, davanti a scenari peggiori, di avere dazi al 15% sul maggior numero possibili di beni, incluse automobili e componentistica relativa, di origine UE.

In dettaglio, sul fronte unionale, l’esecutivo di Bruxelles ha rinunciato ad applicare tariffe di retaliation e, anzi, promettendo l’abolizione integrale dei dazi su tutti i prodotti industriali USA e su taluni prodotti agricoli ed alimentari. Sul fronte statunitense, invece, l’amministrazione americana ha garantito l’applicazione generalizzata di un massimale tariffario globale del 15% per i prodotti dell’UE (si badi: originari dell’UE e non semplicemente spediti dall’UE) soggetti a tariffe reciproche, mentre non si applicheranno tariffe aggiuntive per i prodotti che sono già soggetti a tariffe NPF pari o superiori al 15% (tetto massimo, questo, anche per i prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname oggi sotto inchiesta); oltre a ciò, saranno garantite esenzioni dal massimale tariffario del 15% (gli Stati Uniti si impegnano ad applicare solo tariffe NPF, che sono effettivamente pari o prossime allo zero) ai seguenti prodotti dell’UE: risorse naturali non disponibili (compreso il sughero), tutti gli aeromobili e le parti di aeromobili, i prodotti farmaceutici generici e i loro ingredienti e precursori chimici, con auspicio di ampliamento futuro.

 

Il caso acciaio e alluminio

Apparentemente lontana nella sua esecuzione, ma necessariamente da segnalare, è l’intesa di massima delle parti finalizzata all’introduzione di un sistema di contingenti tariffari per i prodotti di acciaio ed alluminio, che restano gravati da tariffe maggiorate al 50%, per creare catene di approvvigionamento sicure, anche attraverso soluzioni di quote di importazione, in un settore che, assieme al rame, è ancora oggi quello più critico e sul quale anche l’UE sta intervenendo con strette daziarie di rilievo.

 

Il settore auto

Dopo un picco critico, è oggi rasserenata, infine, la situazione per il comparto automotive, con il rispetto degli USA dell’impegno ad applicare il massimale tariffario all inclusive del 15% alle autovetture e alle parti di automobili a partire dal primo giorno del mese in cui l’UE avvia le procedure per l’attuazione dei tagli tariffari concordati nell’accordo, ossia dal 1 agosto. Su questo ultimo punto, per tempo, a fine agosto era già arrivata la mossa decisiva dell’UE che, con due proposte di Regolamento, ha attiva l’iter legislativo (per il vero oggi fermo, senza nessuna notizia circa l’avanzamento del suo iter di approvazione) per concedere trattamenti tariffari agevolati o, meglio si direbbe, preferenziali, ai prodotti USA che beneficeranno dello zero rate, fondamentale per avere l’inclusione dell’automotive nel regime di tassazione ordinario.

In ultimo, si segnala che il tetto del 15% si applica a quasi tutte le esportazioni dell’UE precedentemente soggette a tariffe “reciproche” e si applicherà anche ai prodotti che sono attualmente o potrebbero essere in futuro soggetti alla sezione 232 degli Stati Uniti delle misure di espansione commerciale del 1962, in particolare prodotti farmaceutici, semiconduttori e legname.

 

Le prospettive

Quello che si profila nel prossimo orizzonte, dunque è qualcosa di molto somigliante ad un accordo di libero scambio che, tuttavia, non pone le parti in posizione paritetica, ma sbilanciata, creando la base (normativa o di prassi che sia) per un nuovo approccio doganale e commerciale internazionale, non il paradigma non è quello delle pari condizioni per tutti, sulla base del principio di reciprocità, ma delle barriere generalizzate, eliminabili o riducibili in esito ad accordi singoli, one to one, non necessariamente paritetici.

Di fatto, questo segna la fine del diritto commerciale e doganale dell’ultimo secolo, in una logica tutta nuova, che pone il commercio come leva di politica internazionale in senso ampio; era impensabile, fino a ieri, ma oggi realtà, per esempio, che l’UE accordi un regime preferenziale (basato su regole non preferenziali) a dazio zero che, tuttavia, è molto vicino alla linea di confine del trattamento riservato e personale che, in teoria, sarebbe vietato dal diritto internazionale e dalle regole WTO, le stesse che anche gli USA hanno superato con le manovre dell’ultimo anno.

Questo profilo è, al momento, tutto da indagare, ma deve essere attentamente monitorato, imponendo alle imprese un approccio multilaterale, multilivello e complesso, sicuramente più difficile da interpretare rispetto al modello precedente.

NdR: potrebbe interessarti:  Il nuovo accordo commerciale fra UE e Indonesia e soprattutto il webinar del 22/10 dedicato alle problematiche dei dazi, vedi qui sotto–>

Lunedì 13 Ottobre 2025

Ettore Sbandi

 

Dazi USA 2025: cosa cambia per l’export italiano

Webinar in diretta online
Mercoledì 22/10/2025, ore 15.00 – 17.00
Relatore: Ettore Sbandi

Dazi USA 2025 cosa cambia per l’export italianoDal Liberation Day, i dazi USA sono l’incubo delle aziende italiane che hanno come mercato di sbocco principale gli Stati Uniti. In questo webinar illustriamo la genesi della nuova normativa emanata dall’amministrazione Trump e vediamo le implicazioni pratiche per gli esportatori.

L’ISCRIZIONE INCLUDE:

  • accesso al corso in diretta;
  • accesso all’eventuale materiale didattico fornito dai relatori;
  • accesso alla registrazione per 365 giorni.

ACCREDITAMENTO: in fase di accreditamento ODCEC.

CHIUSURA ISCRIZIONI: ore 13:00 del 22/10/2025.

SCOPRI DI PIU’