Questo contributo riprende e sviluppa i temi già esaminati nel precedente approfondimento del 4 settembre 2024, alla luce della successiva sentenza del Tribunale di Monza dell’11 settembre 2024. Al centro del caso, una società estera cancellata, un immobile situato in Italia e una procedura esecutiva avviata con una strategia processuale atipica: il creditore ottiene la riattivazione della società all’estero per procedere in Italia. Una scelta che apre scenari complessi e interrogativi rilevanti su sede effettiva, legittimazione passiva e validità degli atti notificati.
Esecuzione Immobiliare contro Limited Dissolved: un caso controverso tra diritto inglese e ordinamento italiano
Già in data 4 settembre 2024 abbiamo trattato di una vicenda di diritto internazionale privato in cui una banca italiana promuoveva un’esecuzione immobiliare contro una società inglese (Limited) con sede operativa e beni in Italia, ma formalmente cancellata dal registro britannico (dissolved). Il caso, esaminato dal Tribunale di Monza e successivamente dalla Corte d’Appello di Milano, sollevava dubbi sulla legittimazione passiva della società estinta e sull’applicazione del diritto inglese o italiano.
Oggi riprendiamo questo tema, alla luce della recente sentenza emessa dal Tribunale di Monza in data 11/09/2024.
Il caso: pignoramento immobiliare contro società estera estinta
La fattispecie affrontata nuovamente dal Tribunale di Monza concerne una procedura esecutiva immobiliare azionata nei confronti di una Limited di diritto inglese proprietaria di un bene immobile sito in Italia (competenza territoriale del Tribunale di Monza) dichiarata “dissolved” dalla Corte di Londra prima della notifica del precetto e del successivo atto di pignoramento da parte della banca creditrice.
La restoration inglese e la notifica al legale rappresentante
Il creditore pignorante, bypassando la normativa italiana, ha agito avanti la Corte di Londra per ottenere la “restoration” della società “dissolved”, ed ottenuto questo provvedimento dal giudice inglese, ha notificato atto di precetto e successivo pignoramento alla società così “restaurata”, in persona dell’ex legale rappresen