L’intimazione di pagamento può davvero congelare ogni difesa del contribuente? Ricevere un’intimazione di pagamento non è un semplice sollecito, ma un atto con valore autonomo, capace di segnare un punto di non ritorno. Se non viene impugnato entro i termini previsti, la pretesa fiscale in esso contenuta si cristallizza e diventa definitiva. Da quel momento, non è più possibile sollevare eccezioni, nemmeno quelle fondate su fatti anteriori, come l’intervenuta prescrizione delle somme richieste.
Una recente pronuncia della Cassazione ribadisce con chiarezza questo principio, sottolineando che, in tema di riscossione, il tempo non è solo una variabile: è spesso l’unico strumento di difesa. E se si lascia trascorrere, la possibilità di contestare anche le illegittimità più evidenti si dissolve irrimediabilmente.
Intimazione di pagamento e prescrizione: efficacia degli atti interruttivi
Il contenzioso tra contribuente e Agente della Riscossione
La Corte di Cassazione si è espressa su un tema particolarmente delicato, quale quello del rapporto tra avviso di intimazione ed eventuale prescrizione della originaria pretesa impositiva.
Nel caso di specie, l’Agente della Riscossione aveva notificato al contribuente un avviso di intimazione, stante il mancato pagamento di dieci cartelle di pagamento.
Con ricorso innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale il contribuente impugnava la predetta intimazione di pagamento, lamentando l’inesistenza della notifica delle pregresse cartelle. Si doleva inoltre, tra l’altro, anche nel caso in cui fosse stata dimostrata la correttezza della notifica, del decorso dei termini di prescrizione quinquennale.
Si costituivano in giudizio gli Enti creditori e l’Agente della Riscossione, quest’ultimo eccependo la ritualità della notifica, e rilevando, peraltro, l’applicabilità ai crediti erariali del termine di prescrizione decennale, decorrente dalla data di notifica dello ultimo atto interruttivo notificato al contribuente.
La decisione nei gradi di merito: prescrizione decennale per imposte, quinquennale per sanzioni
La Corte di Giustizia di primo grado, per quanto di interesse, quanto all’eccezione di p