La tassazione dell’usufrutto torna al centro del dibattito: un’interpretazione discutibile ha acceso polemiche, ora mitigate da un emendamento che prova a ricomporre il quadro. Ma restano nodi aperti sulla distinzione tra cessione e costituzione del diritto, con effetti concreti per contribuenti e operatori.
Cessione dell’usufrutto tra reddito diverso e plusvalenza: verso una nuova chiarezza normativa
La questione della tassazione della cessione dell’usufrutto è assurta a nuovo vigore soprattutto in seguito alla se non altro curiosa risposta ad interpello da parte della Agenzia delle Entrate.
Con questa risposta ad interpello è stata data una interpretazione del tutto illogica alla normativa, che è doveroso ricordare, per la cessione dell’usufrutto non è variata, dal 2024, come invece è stata variata la cessione degli altri diritti reali.
Per l’usufrutto, in base alle norme vigenti da tempo, si era trovata una possibile corretta interpretazione, in ciò anche supportati da due studi del Notariato, che sono citati nel nostro precedente articolo sempre ne Commercialista Telematico del 28 maggio 2025 (“Unica cessione di immobile, due tipologie