Una recente decisione riaccende l’attenzione sul confine tra cessione di quote societarie e trasferimento d’azienda. Un caso concreto solleva interrogativi su responsabilità, continuità dell’attività e criteri fiscali applicabili, offrendo nuovi spunti su un tema tutt’altro che scontato.
Cessione totalitaria di quote e imposta di registro: ribadita l’autonomia giuridica rispetto alla cessione d’azienda
La cessione totalitaria di quote societarie è soggetta ad una disciplina codicistica difforme da quella che regola la cessione d’azienda, sotto il profilo sia del regime di responsabilità dei debiti, sia della continuazione della medesima attività imprenditoriale, il che, in mancanza di elementi intrinseci all’atto soggetto a registrazione da cui inferire una diversa volontà delle parti, osterebbe alla possibilità di qualificare la cessione di quote quale cessione d’azienda.
Il caso di Cassazione
La Corte di cassazione, con l’Ordinanza 6/7/2025 n. 18374, si è espressa in tema di effetti fiscali conseguenti alla cessione totalitaria delle quote societarie, non assimilabile, ex se, ad una cessione di azienda.
Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva rigettato l’appello proposto dal contribuente avverso la decisione di primo grado, che aveva respinto il suo ricorso contro un avviso di liquidazione dell’imposta di registro su un atto di cessione di quote societarie riqualificato dall’Ufficio, ex art.