Quando un appalto cambia, a muoversi non sono solo imprese e contratti, ma anche i lavoratori coinvolti. Cosa succede al personale? L’assunzione è automatica? Ci sono tutele, clausole da rispettare e risvolti pratici da conoscere. Ecco una guida utile per evitare errori e gestire il subentro in modo corretto.
Cambio di appalto e gestione del personale: obblighi e tutele
Nella vita di un’impresa è frequente il ricorso a uno o più contratti di appalto, sia come committente che in qualità di appaltatore.
L’appalto (ai sensi dell’articolo 1655 del Codice Civile) impegna contrattualmente un soggetto (appaltatore) a svolgere, con organizzazione di mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, un’opera o un servizio verso un corrispettivo in denaro, a beneficio di un’altra realtà (committente).
Nel momento in cui si interrompe un appalto si verifica di norma il subentro di un nuovo soggetto imprenditoriale che espleta il medesimo servizio presso il committente. In queste situazioni si parla di “cambio di appalto”.
In virtù di apposite clausole sociali, definite dalla contrattazione collettiva o nello stesso contratto di affidamento, i dipendenti impiegati nell’appalto cessato possono essere assunti dall’impresa subentrante, al fine di salvaguardare l’occupazione e la qualità dei servizi grazie alla professionalità e all’esperienza maturata dai lavoratori coinvolti.
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