Stop the clock: il Parlamento europeo proroga l’applicazione della sostenibilità

Con procedura d’urgenza, il Parlamento UE ha approvato il rinvio triennale degli obblighi previsti dalle direttive CSRD e CSDDD, allentando la pressione normativa sulla sostenibilità. Slittano le scadenze, si riduce drasticamente la platea degli obbligati. Un cambio di passo che fa discutere.

Il 1° aprile 2025 il Parlamento europeo, con ampia maggioranza e mediante procedura d’urgenza, ha formalmente approvato l’inserimento in agenda della proposta denominata Stop the Clock raccomandata dalla Commissione europea, fissandone la discussione per il successivo 3 aprile. Tale iniziativa è finalizzata a posticipare l’operatività degli obblighi previsti dalla rendicontazione di sostenibilità, introdotti dalla direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD – approvata dall’Unione Europea il 14 dicembre 2022) e di due diligence addottati con la direttiva Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD – approvata dal Parlamento Europeo il 24 aprile 2024).

Il 26 febbraio scorso, la Commissione europea aveva presentato, infatti, la proposta di semplificazione, nota come “pacchetto Omnibus” che prevedeva, ex plurimis, il rinvio delle norme ESG in modo da permettere alle aziende di adeguarsi alla transizione di sostenibilità con più serenità, consentendo ai legislatori di razionalizzare le normative che apparivano eccessivamente complesse e costose, soprattutto per le imprese di minore dimensione.

 

Stop the clock: i nuovi termini di applicazione

Differimento dell’applicazione della CSRD

stop the clock sostenibilitàIl 3 aprile, quindi, il Parlamento europeo, con 531 voti favorevoli, 69 voti contrati e 17 astenuti ha confermato il provvedimento di differimento degli adempimenti normativi già programmati in tema di sostenibilità. La proroga colpisce una vasta platea di imprese, riducendo in modo considerevole gli obbligati ai nuovi adempimenti.

L’implementazione dei nuovi parametri determina una contrazione significativa del perimetro applicativo, con una riduzione delle entità soggette agli obblighi da 47.000 aziende a un numero approssimativo di circa 7.000, equivalente a una diminuzione percentuale dell’85%. Tale ridimensionamento quantitativo solleva interrogativi di natura sostanziale circa l’effettiva capacità della normativa di conseguire gli obiettivi originariamente prefissati.

Le scadenze dell’applicazione della CSRD erano programmate, infatti, con gradualità scalare ad ondate (si parla proprio di wave di ingresso) con le scadenze riepilogate nella tabella a seguire.

Applicazione graduale della CSRD – Cronologia per ondate

Ondata Tempistica Soggetti

coinvolti

Obbligo di pubblicazione
Prima Ondata Rendicontazione nel 2025 (su dati 2024) EIP già soggetti alla NFRD (imprese quotate, banche, assicurazioni con > 500 dipendenti) 2025
Seconda ondata Rendicontazione nel 2026 (su dati 2025) Grandi imprese non soggette a NFRD che superano almeno 2 su 3 criteri:

> 250 dipendenti,

> 50 mln € fatturato,

> 25 mln € attivo

2026
Terza ondata Rendicontazione nel 2027 (su dati 2026) PMI quotate, enti creditizi piccoli e non complessi, imprese captive assicurative 2027

 

Le novità in arrivo

A seguito dell’approvazione della proposta di differimento da parte del Parlamento europeo del 3 aprile scorso è stato introdotto, quindi, il posticipo delle scadenze suddette di due esercizi per la seconda e terza ondata.

Per restringere la platea degli obbligati è stato innalzato il requisito dimensionale dei dipendenti. Con l’approvazione dell’Omnibus Package sono tenute agli adempimenti inerenti alla dichiarazione di sostenibilità gli EIP con più di 500 dipendenti e le imprese e gruppi con più di 1.000 dipendenti. Per quest’ultime il criterio dei dipendenti passa dai 250 previsti inizialmente a 1.000, assieme a uno dei parametri finanziari a seguire:

  • ricavi superiori a 50 milioni di euro;
  • attivo superiore a 25 milioni di euro.

Tra le novità proposte dal pacchetto si interviene anche sulle metriche; l’Omnibus propone la l’eliminazione degli ESRS di settore che risultavano di difficile applicazione, mentre resta in vigore la doppia materialità. A tal fine si attende, per fine ottobre, un intervento dell’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) volto a fornire nuove linee guida improntate a stimolare una rendicontazione meno narrativa e qualitativa, dando priorità ai dati quantitativi, più facilmente elaborabili.

 

Posticipo dell’applicazione della CSDDD

Lo slittamento interessa anche gli obbligati alla CSDDD in quanto la direttiva, non ancora recepita nei paesi membri e calendarizzata nel 2026, verrebbe posticipata a luglio 2027. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive introduce obblighi di diligenza aziendale in materia di sostenibilità lungo l’intera catena del valore, con l’obiettivo di prevenire, mitigare e, se necessario, correggere gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente connessi all’attività d’impresa.

Potranno beneficiare del differimento al 2028 (contro la scadenza precedente prevista per il 2027) anche il primo gruppo di imprese obbligate, vale a dire le aziende Ue con oltre 5.000 dipendenti ed un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro e le aziende non UE con un fatturato europeo superiore oltre soglia.

Prossimi passi

A seguito dell’approvazione del testo Omnibus da parte del Parlamento europeo, la bozza richiede l’avvallo da parte del Consiglio UE per entrare in vigore. L’accordo definitivo dovrebbe sopraggiungere, quindi, nei prossimi mesi.

Conclusioni

La recente decisione del Parlamento europeo di approvare il differimento della CSRD e della CSDDD segna un significativo cambio di rotta nelle politiche di sostenibilità dell’Unione Europea. Questo “passo indietro” solleva interrogativi sulla reale priorità attribuita alla sostenibilità nell’agenda europea.

Se da un lato il differimento può essere interpretato come un’opportunità per le imprese di adeguarsi gradualmente ai nuovi standard, dall’altro rischia di rallentare significativamente il percorso verso un’economia più sostenibile e responsabile.

 

Fonte: Comunicato Stampa Parlamento Europeo sulla procedura Stop The Clock in tema di sostenibilità 

 

Fabio Sartori

Martedì 8 Aprile 2025