Approfondiamo un aspetto cruciale della gestione aziendale: come affrontare una crisi di liquidità significativa, specialmente quando un’impresa si trovi ad essere debitrice verso enti pubblici ma anche creditrice verso terzi.
Analizziamo il ruolo centrale dell’amministratore nel prevenire l’insolvenza, con un focus sulle procedure disponibili per gestire e risolvere situazioni di squilibrio finanziario.
Questo contributo approfondisce un particolare aspetto già delineato nel precedente articolo pubblicato il 30/05/2024, ossia l’istituto di composizione negoziata della crisi nel caso in cui un amministratore di Srl si trovi ad affrontare una rilevante tensione della liquidità dell’impresa, che risulta al contempo debitrice verso le Pubbliche Amministrazioni (Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, ecc…), ma anche creditrice verso clienti e terzi.
Le responsabilità dell’amministratore in caso di crisi dell’azienda
Per meglio inquadrare la problematica, ricordiamo che il concetto di “insolvenza”, a differenza della mera “crisi”, non è una situazione di difficoltà temporanea e che l’art. 2, comma 1, lett. b) del Codice della Crisi d’Impresa definisce lo stato d’insolvenza come lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
La recente giurisprudenza ha quindi chiarito che è da escludersi…
…“la sussistenza dello stato d’insolvenza in presenza di un passivo di bilancio, od allorché la difficoltà di adempimento delle obbligazioni sia momentanea, e non cronica, e riguardi non tutte le obbligazioni, ma solo poche obbligazioni in un lasso di tempo limitato.
L’insolvenza, invero, dev’esse