La questione delle cessioni post Superbonus, con spese di ristrutturazione sostenute da terzi, non è stata ancora completamente chiarita. Nonostante gli interventi dell’Agenzia delle Entrate e del Notariato, permangono dubbi su come calcolare l’eventuale plusvalenza che potrebbe generarsi in questi casi e su come considerare le spese di ristrutturazione che superano i limiti del Superbonus. Approfondiamo queste criticità e l’impatto delle spese sostenute da terzi sulle cessioni immobiliari.
In particolare ci soffermeremo sul problema delle spese di ristrutturazione sostenute da terzi (pensiamo al genitore che paga le spese del figlio): tali costi rilevano ai fini del calcolo della plusvalenza?
La problematica relativa alle cessioni post superbonus, con spese sostenute da terzi, a nostro avviso non ha ancora trovato una completa analisi.
Ne abbiamo già trattato in altri precedenti interventi, sempre in Commercialista Telematico: “Superbonus tassato. Le spese sostenute da terzi”. Ci riferiamo a cessioni di immobili che hanno subito interventi di cui al superbonus, con cessione del credito o sconto in fattura, esclusa la provenienza successoria, l’utilizzo personale o la decorrenza ultradecennale.
L’Agenzia delle Entrate ha trattato solo marginalmente della questione. Sono state comunque configurate come plusvalenti, come peraltro prevede anche la legge, anche le cessioni con interventi conclusi da “altri aventi diritto”. Pertanto, al di là di chi abbia effettivamente sostenuto i costi oggetto degli interventi, l’unico aspetto che interessa è che il bene ceduto sia stato interessato da lavori ammessi al Superbonus; e questo indipendentemente da chi poi li abbia in effetti eseguiti. La circolare però nulla dettaglia in merito, sotto l’aspetto pratico.
Anche il Notariato è intervenuto in merito a questa questione, con il secondo studio sul superbonus, del 5 settembre 2024, fornendo pure delle esemplificazioni.
Cessioni post superbonus con spese sostenute da terzi
La recente analisi del Notariato sulla plusvalenza da Superbonus
Dopo il primo Studio, del tutto in anticipo, rispetto alla circolare ministeriale (Studio n. 15 dell’1 febbraio 2024) ecco ora il nuovo intervento del Notariato, l