Dal 1° gennaio 2024, la vendita di immobili che hanno usufruito del Superbonus con cessione del credito o sconto in fattura potrebbe essere vista come un’operazione speculativa, salvo alcune eccezioni. Questo crea dubbi soprattutto quando le spese sono state sostenute da terzi, come parenti o comproprietari. In questi casi, chi deve dichiarare il reddito della vendita? E cosa succede se il venditore non ha effettuato i lavori direttamente? L’Agenzia delle Entrate non ha ancora fornito chiarimenti, lasciando molti interrogativi aperti. Come affrontare queste incertezze fiscali e quali strategie adottare per evitare sorprese.
Dal primo gennaio 2024 le cessioni di immobili per i quali si sia goduto del superbonus, con cessione del credito o sconto in fattura, sono considerate operazioni speculative, salvo qualche eccezione (provenienza successoria, utilizzo personale o decorrenza di oltre 10 anni). Più volte abbiamo analizzato, sempre in Commercialista Telematico, questa nuova fattispecie impositiva, invero del tutto trascurata dalla dottrina, e non solo.
L’Agenzia delle Entrate ha commentato le nuove previsioni di redditi diversi previste dagli articoli 67 e 68 del TUIR. La circolare però non tratta, se non come previsione generica, del caso delle spese sostenute da terzi.
Detrazioni fiscali per spese di ristrutturazione sostenute da terzi per il Superbonus
I terzi, non propriet