La Corte di Giustizia Tributaria della Lombardia interviene sul tema della detrazione IVA per operazioni inesistenti, stabilendo che l’Amministrazione finanziaria deve provare non solo la falsità del fornitore, ma anche la consapevolezza del contribuente di essere parte di una frode. Approfondiamo le implicazioni della sentenza della CGT che chiarisce le responsabilità in questi casi complessi.
La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia ha affrontato ancora una volta un tema estremamente delicato che si sta manifestando con una certa ricorrenza nell’ultimo periodo: la detrazione dell’IVA per operazioni soggettivamente inesistenti, ed in particolare il tema dell’onere della prova.
Il caso: fatture emesse per operazioni soggettivamente inesistenti
Le fatture sono emesse da un soggetto diverso da quello che ha effettuato la prestazione e in tale ipotesi l’Amministrazione finanziaria deve dimostrare sia la circostanza che la fattura sia effettivamente fittizia, cioè emessa da un soggetto diverso, ma anche la consapevolezza della società destinataria della prestazion