Come riconoscere un’azienda tossica per evitarla

A volte è possibile incappare in un’azienda tossica: come la si riconosce? Evitare tale tipologia di azienda è fondamentale per riuscire a coniugare il lavoro con il benessere e la vita privata.

azienda tossicaIl panorama lavorativo mondiale, nel corso degli ultimi anni, è stato scosso dal fenomeno della “Great Resignation”. Conosciuto in Italia come “Le grandi Dimissioni”, anche nel nostro paese ha determinato una serie di trasformazioni nell’ambiente di lavoro e all’interno delle aziende.

Stando ai dati in possesso del Ministero del Lavoro, nel 2022 ci sono state 2,2 milioni di dimissioni (i numeri si evincono dalle comunicazioni obbligatorie che sono state effettuate).

Rispetto al 2021 è stato registrato un aumento del 13,8%, quando la percentuale si era attestata a 930 mila.

La tendenza, sostanzialmente, è stata confermata dal sondaggio di Monster.com intitolato “New Year, New Carrer”, che ha messo in evidenza che, almeno nel 2023, il 96% dei lavoratori era alla ricerca di un nuovo impiego. A determinare l’intenzione di fare questo passo ci sono principalmente:

  • la necessità di ottenere un reddito più alto, nel 40% dei casi;

  • la mancanza di opportunità di crescita (34%);

  • un ambiente lavorativo tossito (25%).

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di capire perché molte persone abbiano deciso di abbandonare il proprio lavoro.

I motivi che portano a lasciare il proprio lavoro

Inutile negarlo, la decisione di lasciare il proprio lavoro, almeno nella maggior parte delle occasioni, è accompagnata da una serie di rischi e altrettante paure.

Decidere di abbandonare un ambiente lavorativo familiare, una routine lavorativa consolidata e i colleghi che si conoscono richiede un’attenta valutazione. Che deve essere, oltre tutto, valutata nella maniera corretta.

A ogni modo decidere di uscire da una zona di comfort apre la porta a una serie di nuove possibilità E perché no: di crescita e realizzazione professionale.

Anche grazie ai cambiamenti che sono stati introdotti con la pandemia e all’adozione, in misura sempre più diffusa, dello smart working. Novità e situazioni inedite che hanno portato molti lavoratori a ridefinire le priorità personali e professionali.

Da canto loro, molte aziende si stanno adeguando ai cambiamenti di prospettive e iniziano a porre il benessere e la crescita dei dipendenti al centro delle proprie azioni.

Con l’obiettivo di realizzare un ambiente di lavoro il più sano possibile e virtuoso. Diventa sempre più evidente, infatti, che un contesto lavorativo tossico può avere delle pesanti ripercussioni sulla vita degli stessi lavoratori, arrivando a influenzare in maniera negativa la loro salute mentale e la qualità della vita.

Come si riconosce un’azienda tossica?

A questo punto una domanda che si pongono molti lavoratori è se sia possibile riconoscere un’azienda tossica mentre si è alla ricerca di un lavoro.

“In un ambiente lavorativo, la qualità della leadership è spesso cruciale, le atmosfere tossiche derivano da una direzione inadeguata – afferma Alessandro Da Col, Top Voice di LinkedIn e Mindset ed Executive Coach e co-fondatore, insieme ad Alessandro Pancia, dell’Accademia Crescita Personale Tumeritidiesserefelice -.

Un leader efficace non solo interviene prontamente di fronte ai comportamenti dannosi per il team, ma agisce anche da modello, motivando e ispirando in maniera autentica.

Inoltre, è necessario comprendere che comunicare efficacemente, sviluppare lo spirito di gruppo con azioni di team building e fare cultura sono tre aspetti fondamentali per il successo e il corretto posizionamento sul mercato.

Infine, il buon leader delega trasmettendo fiducia ai colleghi, i quali, diventando sempre più autonomi, possono proporre nuove idee, immaginare soluzioni diverse per raggiungere un obiettivo e testare la propria creatività con un ragionevole margine di errore. Se, invece, il leader è accentratore, questa sua caratteristica è indice di tossicità”.

È necessario, inoltre, sottolineare l’importanza di un trattamento equo, che i dirigenti devono tenere nei confronti di tutti i dipendenti, senza che emergano dei favoritismi che si basano sui rapporti professionali. Deve essere mantenuta, infatti, una chiara separazione tra la sfera professionale e quella personale. Alessandro Pancia spiega che

è importante dunque, agire equamente e con la massima trasparenza, condividendo sempre, nei singoli team, le informazioni, trasmettendo il proprio know how ai neoassunti e rispettando le proprie mansioni”.

Particolare attenzione deve essere posta agli errori commessi dai dipendenti: quando sono involontari e di piccola entità. Dovrebbe sempre essere data la possibilità di correggere il danno arrecato all’azienda.

“Emarginare un lavoratore, in questo caso, può innescare dinamiche negative – spiega Alessandro Da Col – sia perché le persone che lavorano in azienda non vengono valorizzate, sia perché possono nascere rivalità e conflitti tra colleghi che faranno a gara per non essere incolpati di questo errore”.

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L’importanza degli orari di lavoro

Ultimo aspetto importante è quello relativo agli orari, perché è necessario rispettare una netta separazione tra il lavoro e la vita privata. È giusto, quindi, garantire il diritto alla disconnessione nel corso delle ore notturne e nei giorni festivi.

Ma non solo. È necessario creare un ambiente di lavoro stimolante: la mancanza di slancio e stimoli, nel momento in cui si devono affrontare dei nuovi progetti e delle nuove mansioni, dovrebbe essere ridotta al minimo, anche nel momento in cui si devono svolgere dei lavori ripetitivi.

Pierpaolo Molinengo

Venerdì 7 Giugno 2024