Partendo da un caso inerente le fatture per operazioni considerate inesistenti, analizziamo quale valore hanno le presunzioni semplici e quale onere della prova grava sul Fisco in fase di accertamento.
Poiché la fattura, di regola, costituisce titolo per il contribuente ai fini del diritto alla detrazione dell’Iva e alla deducibilità dei costi, spetta all’Ufficio dimostrare il difetto delle condizioni per l’insorgenza di tale diritto.
La dimostrazione può comunque ben consistere in presunzioni semplici, poiché la prova presuntiva non è collocata su un piano gerarchicamente subordinato rispetto alle altre fonti di prova e costituisce una prova completa alla quale il giudice di merito può attribuire rilevanza anche in via esclusiva ai fini della formazione del proprio convincimento.
Il caso: avvisi di accertamento per operazioni oggettivamente inesistenti
La Corte di Cassazione ha chiarito il valore probatorio delle presunzioni semplici.
Nel caso di specie, l’Agenzia delle Entrate aveva emesso due avvisi di accertamento, a fini Irpef, Irap e Iva, per gli anni di imposta 2004 e 2005, con cui recuperava ad imposizione, nei confronti di un contribuente esercente l’attività di informatore scientifico, costi inerenti alla voce spese di pubblicità, determinati dall’acquisto di materiali e gadget per la pubblicizzazione dei prodotti farmaceutici, ritenuti re