Dal 1° luglio 2024, entrano in vigore nuove restrizioni sulle compensazioni fiscali tramite modello F24. Le misure colpiscono i contribuenti con debiti erariali superiori a 100.000 Euro e impone l’uso esclusivo dei servizi telematici.
Le restrizioni si concentrano sulla prevenzione di frodi, limitando le compensazioni orizzontali tra diversi tipi di tributi e includono regole specifiche per i contribuenti considerati a rischio fiscale.
Dal primo luglio 2024 entrano in vigore nuove restrizioni all’uso delle compensazioni fiscali tramite modello F24.
Le disposizioni sono contenute ai commi da 94 a 98, dell’art. 1, della Legge di Bilancio 30.12.2023, n. 213 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 303 Supplemento Ordinario del 30.12.2023).
Il presente intervento riassume le nuove limitazioni all’utilizzo delle compensazioni per i contribuenti che hanno maturato un debito erariale scaduto iscritto a ruolo superiore ad € 100.000 (art. 1, comma 94, lett. b), nonché l’obbligo di utilizzare esclusivamente i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate anche per le compensazioni in cui il saldo finale sia positivo (art. 1, comma 95, lett. a) e b).
Limitazione alle compensazioni fiscali: ratio legis
Come noto, il comma 1, art. 8, L. 27.07.2000, n. 241, (Statuto dei diritti del contribuente) consente l’estinzione dell’obbligazione tributaria tramite compensazione con partite creditorie.
L’istituto della compensazione di cui all’articolo 17, D.lgs. 9.07.1997, n. 241, come interpretato anche dall’articolo 2-quater D.L. 16.02.2023, n. 11, accorda ad imprese e professionisti la possibilità di saldare i debiti tributari, i contributi previdenziali e le somme dovute nei confronti di altri enti impositori mediante compensazione con crediti tributari.
L’ipotesi descritta inerisce alla cosiddetta compensazione “orizzontale” o “esterna” che interviene tra tributi di diversa tipologia.
In sede di relazione illustrativa alla Legge di Bilancio per l’anno 2024, è stato osservato come l’esperienza operativa abbia intercettato negli ultimi anni sempre più frequenti frodi attuate mediante l’istituto in rassegna, facendo ricorso a crediti fiscali inesistenti per saldare posizioni debitorie, anche di competenza di altri enti, in particolare previdenziali.
Tale condotta illecita non solo risulta particolarmente insidiosa e complessa da disvelare, generando per l’effetto ingenti danni erariali, ma spesso si accompagna ad ulteriori e più articolate frodi, quali la somministrazione illecita di manodopera, essendo ampiamente impiegata per estinguere le obbligazioni previdenziali da parte delle società che hanno in carico personale dipendente