Uno degli adempimenti specifici delle holding è l’obbligo di comunicazione all’anagrafe tributaria: quali sono i soggetti obbligati e le tempistiche, i dati oggetto di comunicazione e le modalità di invio. Inoltre, puntiamo il mouse su alcuni casi particolari: le holding di famiglia e le “nuove” società holding.
In questo intervento ci dedichiamo a commentare insieme un adempimento cui sono tenute le holding, ovvero quelle società che ricadono entro il perimetro dell’art. 162 bis del Tuir, avendo ovviamente riguardo al caso delle holding industriali.
Come noto, se la nostra società rientra nell’alveo del citato articolo e precisamente nella lettera c del comma 1, oltre all’aggravio Irap, sussiste l’ulteriore onere di adempiere all’obbligo delle comunicazioni all’anagrafe tributaria.
In cosa consistono queste comunicazioni? Lo approfondiremo di seguito.
Holding: le comunicazioni all’anagrafe tributaria
Sostanzialmente si tratta di un adempimento previsto all’art. 7, comma 6 del dpr 605/73 che pone un obbligo di informativa tra operatori finanziari ed anagrafe tributaria circa i rapporti che questi soggetti intrattengono con i loro clienti fissi.
Tuttavia, ci si può chiedere cosa centri questo con le nostre holding di famiglia.
L’esempio da cui dobbiamo partire per spiegare meglio a cosa facciamo riferimento è il tipo di rapporto che normalmente un operatore finanziario segnala all’anagrafe tributaria.
Il caso di scuola è quello del conto corrente.
La banca, che è il primo intermediario finanziario elencato nel citato art. 7, comma 6, del DPR 605/73, deve con una tempistica mensile, segnalare all’anagrafe tributaria l’apertura e la chiusura di un rapporto intrattenuto con il cliente.
Per rapporto si intende un rapporto, ad esempio, di conto corrente, di deposito titoli, carta di credito o un mutuo.
In buona sostanza, se un soggetto nel mese di ottobre apre un conto corrente presso l’istituto di credito X, la banca X entro la fine del mese di novembre segnala con il codice fiscale del soggetto il fatto che lo stesso ha in essere da ottobre un rapporto di conto corrente.
Dopo di che segnala l’eventuale chiusura del conto e nel mese di febbraio successivo rispetto all’anno in cui il rapporto è sorto deve comunicare all’Anagrafe tributaria i saldi iniziali, i saldi finali e la giacenza media del conto.
Ecco perché nel mondo delle comunicazioni dell’Isee, l’anagrafe tributaria già dispone dell’informazione circa la giacenza media del conto.
Ma, torniamo a dire, cosa c’entra questo con le holding?
L’estensione alle holding di famiglia
Il comma 10 dell’art. 10 del D. Lgs 141/2010, così come modificato dal 142/2018, sempre in collegamento con il famoso art. 162 bis del Tuir, ha stabilito che anche le società che non hanno alcun obbligo di iscriversi all’elenco speciale del Tub, ma che ricadono nella definizione dell’art. 162 bis del Tuir, quindi anche le società rientranti nella lett. c) del 162 bis (le cd. holding industriali), devono effettuare le comunicazioni di cui all’art. 7 comma 6 DPR 605/73.
Di fatto, le nostre holding, sotto questo profilo, vengono quindi assimilate alle banche e devono trasmettere all’anagrafe tributaria i rapporti che hanno continuativamente con i loro “clienti”. Ovviamente il termine cliente va adattato al caso di specie.
L’Agenzia delle Entrate è stata interpellata sul punto; si potrebbe pensare che l’intervento dell’Amministrazione sia avvenuto dopo il 2019, ovvero dopo l’entrata in vigore dell’art. 162 bis.
In realtà non è così, in quanto questa comunicazione da parte delle holding pure