Sottrazione fraudolenta: il pagamento del debito fa venire meno il sequestro preventivo

di Gianfranco Antico

Pubblicato il 9 giugno 2023

Una recente sentenza di Cassazione ha spiegato che in caso di pagamento del debito tributario da parte del contribuente viene meno il sequestro preventivo a tutela del credito erariale.
Approfondiamo il complesso tema di confisca e sequestro preventivo in caso di reati tributari, in particolare nel caso di sottrazione fraudolenta al pagamento.

pagamento debito sequestro preventivoCon la sentenza n. 12084 del 22 marzo 2023, la Terza Sezione penale della Corte di Cassazione, in ordine al reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte di cui all’art. 11, del D.Lgs.n.74/2000, ha affermato che il pagamento del debito tributario fa venire meno il sequestro preventivo.

 

Il pensiero degli Ermellini sulla confisca in ambito tributario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12084/2023 supera la tesi recepita dal Tribunale, secondo cui sarebbe irrilevante ai fini del sequestro preventivo l'intervenuta estinzione del debito tributario, proprio perché il profitto del reato sarebbe scollegato dall'entità del debito ed andrebbe parametrato al valore dei beni sottratti alla garanzia dell'erario.

Per gli Ermellini si tratta di una soluzione che non è condivisibile per una pluralità di ragioni.

In primo luogo, il tema dell'individuazione del profitto del reato di cui all'art. 11 DLgs. n. 74 del 2000 deve essere tenuto distinto dall'ulteriore aspetto concernente gli effetti conseguenti all'estinzione del debito tributario, dovendosi valorizzare il rapporto strumentale esistente tra il sequestro preventivo e le finalità complessivamente sottese alla disciplina della confisca contenuta all'art.12-bis, del D.Lgs.n.74/2000.

La confisca in ambito tributario è, per sua natura, collegata al recupero delle imposte evase ed in quest'ottica l'art.12-bis, del D.Lgs.n.74/2000 introduce un sistema finalizzato a favorire l'adempimento del debito tributario prevedendo, a fronte di tali condotte, l'esclusione della confisca del profitto.

Si tratta di una disposizione che si inserisce nella più ampia logica del sistema penale tributario, nell'ambito del quale le condotte di ravvedimento, mediante pagamento del debito tributario, sono valorizzate anche al fine di escludere la punibilità del reato o di attenuazione della sua gravità (artt. 13 e 14).

In definitiva, l'intero apparato sanzionatorio è calibrato in modo tale da tener conto - sia con riguardo alle conseguenze patrimoniale, che alla configurazione dell'attenuante speciale o della causa di non punibilità - dell'adempimento del debito, valorizzando la strumentalità dell'apparato penale rispetto all'esigenza di recupero delle imposte evase o non dichiarate.

Fatta tale premessa, i massimi