Analisi di bilancio interne e analisi esterne

Le analisi di bilancio svolte ai fini della determinazione dei ratings o degli indici di affidabilità fatte da enti terzi, ad esempio banche, istituti di credito o società di informazioni commerciali come ad esempio CERVED, CREDITSAFE, iCRIBIS, COMAS, INFOCAMERE… e così via, possono considerarsi attendibili alla stessa stregua di analisi svolte “internamente”?
Si potrebbe pensare che tra le due analisi, interna ed esterna, ci possa essere semplicemente una differenza di dettagli che tuttavia non possa compromettere la visione globale dell’andamento dell’impresa.
Questo è vero nella maggior parte dei casi, ma vi possono essere delle situazioni per cui le due analisi portano a risultati del tutto differenti. Come è possibile?

Analisi di bilancio interne o esterne?

Analisi esterne

analisi di bilancio interne esterneIn linea di massima le analisi esterne vengono svolte tramite i bilanci depositati dalle imprese presso le camere di commercio. Per tale motivo gli analisti avranno a che fare con un bilancio ordinario oppure abbreviato (ossia senza rendiconto finanziario) in base alle disposizioni di cui all’articolo 2423 codice civile che, in sintesi, richiamano gli schemi dettati dalla IV direttiva CEE.

Se diamo una sbirciatina alle metodologie illustrate dagli OIC12 (principi contabili in merito alla composizione ed agli schemi del bilancio d’esercizio), i quali hanno recepito le disposizioni europee, noteremo subito che vi sono delle sostanziali differenze rispetto a come invece gli analisti aziendali riclassificano il conto economico.

Noteremo ad esempio che gli OIC12 non contemplano le componenti “non operative” e le componenti “straordinarie”.

Quest’ultimo aspetto è di estrema importanza perché mentre la parte non operativa potrebbe essere ricorrente e quindi non costituire un dato differenziale tra un anno ed un altro, la componente straordinaria, viceversa, proprio in virtù della sua definizione, rappresenta la parte “sporadica” che tuttavia potrebbe, per diverso tempo, costituire invece una componente “ordinaria” del bilancio di una impresa.

 

Un esempio

Supponiamo una impresa che registri questi valori annui:

  • Fatturato: 7.100.000 €
  • Variazioni di prodotti finiti e semilavorati: trascurabile
  • Ricavi per fitti attivi di locali residenziali della Società (non operativi): 24.000 €
  • Contributi in c/to esercizio: 230.000 €
  • Plusvalenze non finanziarie: 23.000 €
  • Sopravvenienze attive: 5.000 €
  • Costi della produzione: 6.960.000 (inclusivi di personale e acquisti)
  • Ammortamenti: 210.000 €
  • Accantonamenti: 15.000 €
  • Interessi passivi: 45.000 €
  • Tassazione: 38.000 €

Le tipologie di voci sopra indicate non sono poi così rare da trovare in un bilancio classico.

 

A questo punto riclassifichiamo i dati secondo disposizioni civilistiche.

Otterremmo un valore della produzione di 7.382.000 €, un EBIT di 197.000 € (2,8%), un EBITDA di 422.000 (5,9%) €, un utile netto di 114.000 € (1,6%) ed infine un indice Damodaran (EBIT/interessi passivi, uno dei più utilizzati negli scoring) di 4,38. Potremmo concludere affermando che l’azienda funziona “abbastanza” bene.

Certo, non ci troviamo di fronte una situazione ideale, tuttavia gli indici di bilancio non sono poi così scarsi.

Ora analizziamo gli stessi dati secondo una riclassificazione aziendalistica in cui la gestione straordinaria non fa parte del valore della produzione, così come la gestione non operativa.

Avremo:

  • MON (EBIT) = -85.000 € (-1,2%)
  • MOL (EBITDA) = 140.000 (2,0%)
  • Indice Damodaran = -1,89

 

Si noterà anche un corretto cambio di terminologie, EBIT diventa MON ed EBITDA diventa MOL.

Decisamente l’azienda operativamente “non funziona”, dato che i risultati positivi sono tutti dettati da elementi straordinari e non operativi.

 

Al di là del fatto che l’impresa in esame necessiterebbe di un piccolo piano di ristrutturazione, cosa assolutamente non visibile con l’analisi precedente, ma come cambierebbero i rating per l’impresa?

Ad esempio, il rating di corporate passa da I5 a M2, mentre il rating del medio credito centrale peggiora di un punto.

I ratings sono visibili nelle immagini che seguono.

Rating aziendale con sovrastima economica:

analisi interne esterne

Rating aziendale con stima economica corretta:

analisi interne esterne

 

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Rating MCC con stima economica corretta (si fa presente che un più alto punteggio è sinonimo di peggioramento):

 

Come analisi andamentale, invece, quello che segue è lo scoring con la sovrastima economica.

 

…mentre successivamente si può verificare la situazione reale dell’impresa.

 

È ovvio che tanto più sono elevati gli importi delle voci straordinarie e non operative in relazione al fatturato, quanto più sarà elevato il gap.

 

A cura di Luciano Cipolletti

Venerdì 28 aprile 2023

 

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