Ritorno all’antico per i pagamenti delle cartelle esattoriali notificate dal prossimo 1 aprile

Dal prossimo 1 aprile torna alla normalità il mondo della riscossione: le cartelle esattoriali andranno saldate nel canonico termine di 60 giorni e non più in quello lungo di 180 che era previsto per emergenza Covid.

Cartelle esattoriali: cosa cambia dall’1 Aprile 2022?

proroga termini rottamazione cartelleCome è noto, grazie alla legislazione legata al periodo pandemico, i termini per il pagamento delle cartelle notificate dal 1/9/2021 al 31/3/2022, non sono di sessanta giorni ma di centoottanta, ovviamente dalla data di notifica dell’atto.

Oltre a evidenti riflessi di natura finanziaria, derivanti dallo slittamento dei termini di pagamento, nonché di quelli per chiedere la rateizzazione, questa situazione agevola il debitore in quanto, nel lasso temporale dei centoottanta giorni il debitore non potrà essere considerato in mora; dunque, non potranno essere avviate azioni esecutive né cautelari.

Dall’1 Aprile i termini della riscossione tornano alla normalità, a parte quelli per la rottamazione.

 

Alcune precisazioni…

Per completezza, è opportuno ricordare che:

  • tale periodo temporale non riguarda il termine per presentare l’eventuale ricorso, che dunque resta fermo a 60 giorni per tali cartelle;
     
  • la disciplina riguarda esclusivamente le cartelle di pagamento, ad esclusione quindi del termine di pagamento delle somme intimate con accertamento esecutivo, che, come sappiamo, sono strettamente legate al termine per presentare il ricorso.

Poiché le norme in questione non sono state prorogate, si desume che dalle cartelle notificate a partire dal prossimo 1/4/2022, torna operativo il termine naturale di pagamento di sessanta giorni, superato il quale, in mancanza di pagamento o richiesta di rateizzazione, potranno essere adottate le misure cautelari ed esecutive come il fermo, l’ipoteca e il pignoramento.

 

Le possibilità di dilazione

Tuttavia, sino al 30 aprile 2022, i contribuenti debitori che siano decaduti da una dilazione dei ruoli all’8 marzo 2020 potranno presentare domanda ed essere riammessi senza per questo dover pagare tutte le rate insolute.

La decadenza, ricordiamo, avviene con l’infruttuoso decorso di 5 rate anche non consecutive, e non più 10, anche a dire il vero sembra che in certe realtà locali la tolleranza della Riscossione sia un po’ più larga.

 

I nuovi termini per saldare la rottamazione

Una proroga si è invece avuta riguardo i termini per pagare le rate della cosiddetta Rottamazione.

In particolare:

  • le rate scadute nel 2020 andranno pagate entro il 30/4/2022;
     
  • le rate scadute nel 2021 andranno pagate entro il 31/7/2022;
     
  • e le rate che devono scadere nel 2022 andranno pagate entro il 30/11/2022.

Al riguardo, non si può fare a meno di rilevare come tali nuove scadenze non permettano ai contribuenti debitori di grosse cifre a titolo di rottamazione di ritornare in bonis.

Piuttosto che prevedere una scadenza unica per tutte le rate annuali omesse, sarebbe stato (e resta) più opportuno prevedere, come già avvenuto nella legislazione del 2021, un rientro anche esso rateale, all’interno dei singoli anni di scadenza (ossia 2020 e 2021).

Si ritiene che così legiferando, la vita delle rateizzazioni da rottamazione sarà assai lunga, costellata di continui rinvii impossibili da onorare, almeno nei casi detti di importi a debito importanti.

 

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A cura di Danilo Sciuto

Martedì 29 marzo 2022