Dopo l’aggiornamento del tasso d’interesse legale, ricordiamo che le modalità di calcolo del valore di una rendita vitalizia, come pure di una rendita o usufrutto temporaneo, portano a risultati abnormi, assurdi, al di fuori di ogni logica.
Alcuni recenti chiarimenti del Fisco…
Ci siamo già occupati della questione del valore attuale di una rendita in un precedente approfondimento (“Il valore fiscale della rendita vitalizia o dell’usufrutto temporaneo: casi di irrazionalità”, ne Commercialista Telematico del 18 maggio 2021) dal quale riprendiamo qualche analisi, anticipandone fin da subito subito le conclusioni:
Si è dimostrato come le modalità di calcolo del valore di una rendita vitalizia, come pure di una rendita o usufrutto temporaneo, portino a risultati abnormi, assurdi, al di fuori di ogni logica.
E questo sia per atti a titolo oneroso che gratuito.
L’applicazione della norma fiscale è viziata da incostituzionalità, per violazione del principio della equità e ragionevolezza, come pure incostituzionale a nostro avviso appare l’articolo 1866 del codice civile.
Non siamo in grado, al momento, di proporre una soluzione, ma la questione dovrà necessariamente essere risolta.
Tra l’altro, oltre a creare situazioni insostenibili, per i contribuenti, potrebbe anche essere utilizzata a beneficio degli stessi, in certi casi, a tutto danno per l’erario.
Rianalizziamo ora la questione, riprendendo anche qualche analisi precedentemente fatta, alla luce della variazione del tasso legale, dall’1 gennaio 2022, all’1,25% contro il precedente tasso dello 0,01%; aumento decisamente consistente, 125 volte!
Valore attuale di una rendita: l’origine della questione
L’origine della questione deriva, a nostro avviso, dalla applicazione della disposizione dettata dal codice civile, e precisamente dall’articolo 1866, comma 1 ove si prevede che il riscatto di una rendita perpetua si effettua mediante il pagamento della somma che risulta dalla capitalizzazione della rendita annua sulla base dell’interesse legale.
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