La Corte di Cassazione ha chiarito alcuni rilevanti profili procedurali in caso di accertamento per elusione fiscale: illustriamo un caso di contraddittorio preventivo obbligatorio
Corte di Cassazione: un caso di contraddittorio preventivo per elusione fiscale
Nel caso di specie, l’Ufficio disconosceva alcune operazioni societarie, ritenendole simulate e, per l’effetto, rideterminava il reddito da partecipazione in capo ai ricorrenti per l’anno di imposta 2007.
Più in particolare, i soci di una Snc avevano stipulato con altra società (Srl) in liquidazione un contratto di costituzione di usufrutto a termine biennale sull’80% della partecipazione di ciascun socio nel capitale della predetta S.n.c., al valore nominale di €. 200,00 (€. 40,00 per ciascun socio), sicché – ai fini fiscali – ciascun socio veniva ad esporre a tassazione per il 2007 solo il 5% del reddito da partecipazione maturato dalla S.n.c., mentre l’80% restava a carico della Srl, che li avrebbe esposti per l’anno 2007 (e, in tesi, anche per l’anno seguente), ma che non li avrebbe mai pagati.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, per contro, i titolari – pieni proprietari della Snc, restavano i quattro soci, ciascuno fiscalmente obbligato sul 25% del reddito da partecipazione a quella società.
La simulazione dell’operazione era affermata sulla base di plurimi indizi rilevati dal Settore Antifrode della Direzione regionale.
In particolare per:
- il prezzo simbolico di cessione in rapporto alla redditività di una so