Gli aiuti al circolante sono in conto esercizio ma attenti alla contabilizzazione

di Vito Dulcamare Giuseppe Dulcamare

Pubblicato il 26 gennaio 2021

Nell’ambito degli aiuti alle imprese per combattere gli effetti della pandemia, sia lo Stato che talune Regioni hanno previsto la concessione di particolari aiuti destinati a finanziare il “circolante”.
In questo contributo ci soffermiamo sugli aiuti destinati a finanziare l’attività ordinaria dell’azienda: ma come vanno contabilizzati questi contributi? Quale il corretto trattamento fiscale e contabile a cui sono soggetti?

aiuti capitale circolante conto esercizioNell’ambito degli aiuti alle imprese per combattere gli effetti della pandemia, sia lo Stato che talune Regioni hanno previsto la concessione di particolari aiuti destinati a finanziare il capitale circolante.

Per circolante deve intendersi il “capitale circolante”, cioè l’ammontare delle risorse che sono destinate a finanziare l’ordinaria attività operativa di un’impresa (acquisti di merci, acquisti di altri beni e servizi, ecc. ).

Gli aiuti destinati al circolante sono quindi sia gli aiuti destinati a coprire particolari costi aziendali, come sono – ad esempio – tutti i bonus locazione, sia quelli destinati non a coprire specificatamente uno o più costi ma destinati a finanziare l’ordinaria attività aziendale.

In tale ultima ipotesi, solitamente i provvedimenti prevedono un obbligo di rendicontazione a carico del beneficiario il quale deve dimostrare, mediante allegazione dei documenti di spesa regolarmente quietanzati, a quali costi il contributo viene intendersi riferito.

Vista la particolare destinazione, individuata nella riduzione dei costi di esercizio, tali aiuti rientrano nella categoria dei contributi in conto esercizio e non presentano particolari difficoltà operative, salvo evidenziare alcuni inconvenienti che possono derivare dalla corretta applicazione delle norme civilistiche in tema di bilancio d’esercizio.

 

L'argomento è stato ulteriormente approfondito nell'articolo: L’Agenzia conferma: gli aiuti al circolante sono in conto esercizio

 

Aiuti al capitale circolante

La vasta gamma delle agevolazioni introdotte per combattere gli effetti economici causati dalla pandemia da Cobid-19 comprende anche alcuni aiuti che, direttamente o indirettamente, sono qualificabili come aiuti al “circolante”.

La finalità principale di tale tipologia di aiuti è quella di rendere disponibile la liquidità necessaria per sostenere la riduzione del fatturato e/o il sostenimento degli ordinari costi gestionali nei periodi di sospensione o riduzione dell’attività a causa della pandemia.

Tali aiuti possono essere concessi sia nella forma di finanziamenti agevolati e/o garantiti, sia nella forma del contributo a fondo perduto.

Ad esempio, tra gli innumerevoli provvedimenti emanati, costituiscono aiuti al circolante, nella forma tecnica del contributo a fondo perduto, le misure previste dai seguenti provvedimenti:

  • Art. 58 del decreto legge n. 104/2020 (decreto agosto), Fondo per la filiera della ristorazione per il contribuito a fondo perduto sugli acquisti di prodotti di filiere agricole e alimentari;
     
  • Regione Umbria, Sostegno al capitale circolante delle imprese ricettive colpite dall’emergenza sanitaria Covid-19, POR-FESR 2014-2020 Asse 3 Azione 3.2.1;
     
  • Regione Puglia, Sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19, FESR/FSE 2014-2020, Titolo II Capo 3 Circolante e Capo 6 Circolante Turismo;
     
  • Regione Sicilia, Sostegno al capitale circolante delle imprese, PO FESR 2014/2020 – Azione 3.1.1.04.

Nell’ambito degli aiuti al capitale circolante, però, possono essere presenti taluni contributi che, a differenza di altre misure alquanto semplificate (esempio: bonus locazione e simili), presentano o possono presentare invece alcuni particolari risvolti di tipo contabile.

 

Classificazione dei contributi nella prassi

Per considerare tali particolari risvolti contabili, è necessario prima verificare la natura dei contributi per il capitale circolante.

A tal fine, si ritiene opportuno indicare brevemente quale sia il trattamento e contabile dei contributi, così come emerge dalla attuale e consolidata prassi professionale.

Come è noto, nella pratica è possibile individuare le seguenti diverse tipologie di contributi a ciascuna delle quali corrisponde un diverso trattamento fiscale e un diverso trattamento contabile;

  • i contributi in conto esercizio rientranti nell’ambito dell’art. 85, lett. h, del TUIR, tassabili con il criterio di competenz