Il contribuente forfettario e la pianificazione fiscale

L’introduzione del regime forfettario ha comportato un nuovo modo di vivere le “tasse” da parte delle partite IVA di ridotte dimensioni (ricordiamo che ad oggi può accedere al regime forfettario chi ha ricavi/compensi incassati inferiori a 65mila euro).
Considerando le semplificazioni in ordine alle modalità di calcolo di imposte e contributi, i ridotti obblighi contabili nonché la ridotta aliquota dell’imposta sostitutiva, tale regime risulta molto attraente e spesso ma non sempre più conveniente rispetto al regime semplificato o ordinario.

È vero che il regime forfettario conviene sempre?

contribuente forfettario pianificazione fiscaleIl regime forfettario sembra sempre conveniente perché l’aliquota dell’imposta sostituiva, pari al 5% (a determinate condizioni) oppure al 15%, è notevolmente inferiore alla prima aliquota IRPEF ad oggi fissata al 23%.

Tuttavia…

Ecco, i tuttavia sono davvero tanti; qui ne esplichiamo qualcuno.

Il contribuente forfettario non determina il reddito come differenza fra costi e ricavi (ovvero incassi e pagamenti).

Si chiama regime forfettario proprio perché il reddito è determinato forfettariamente mediante l’applicazione di un coefficiente di redditività, differente in funzione al settore di attività, ai ricavi/compensi incassati nell’anno.

Non è pertanto raro il caso di un contribuente forfettario costretto a pagare le “tasse” su un reddito più alto rispetto al reale.

 

Esempio di determinazione del reddito dei forfettari

Facciamo un piccolo esempio: un professionista forfettario ha incassato compensi nel 2019 per 30.000€ e sostenuto spese per 15.000€.

Applicando il coefficiente di redditività del 78% il reddito forfettariamente determinato risulta pari a 23.400€, ben più elevato rispetto a quello realmente prodotto pari a 15.000€.

 

Il problema delle detrazioni Irpef

Altro aspetto da considerare con attenzione è l’imposta a cui il contribuente forfettario è assoggettato: imposta sostitutiva a fronte dell’IRPEF.

Questa peculiarità comporta che non è possibile godere delle detrazioni IRPEF (superbonus 110%, familiari a carico, ristrutturazioni 50%, riqualificazioni 65%, interessi sul mutuo prima casa ecc.) e delle deduzioni (ad eccezione dei contributi previdenziali obbligatori).

È quindi evidente che per chi ha deduzioni e detrazioni di ammontare elevato potrebbe essere conveniente la cara vecchia IRPEF.

 

Quindi prima si dovrebbe valutare la convenienza del regime forfettario?

Ogni contribuente fa storia a sé ed ha peculiarità uniche pertanto, in ogni caso, conviene valutare preventivamente con il proprio consulente qual è il regime fiscale più conveniente.

Anche se questa analisi ha un costo, è fondamentale per evitare sgradevoli sorprese ed impostare la propria “pianificazione fiscale”.

 

Sarebbe utile la tenuta di una contabilità minima per i forfettari?

La risposta è assolutamente SI’.

Ogni attività economica sopravvive solo se i ricavi sono superiori ai costi ed è interesse del titolare massimizzare l’utile.

Anche se non è prevista dalla normativa fiscale (come nel caso dei forfettari) è evidente che ogni imprenditore o professionista debba avere un’idea dell’andamento reale della propria attività per proseguirla al meglio.

Pertanto anche per i contribuenti forfettari sarebbe opportuno monitorare i dati contabili e analizzarli.

È inoltre utile per adempiere ad eventuali altri oneri previsti dalla normativa fiscale ad esempio l’integrazione di fatture d’acquisto emesse in reverse charge piuttosto che fatture ricevute erroneamente con l’indicazione della ritenuta d’acconto.

 

La contabilità però non serve a determinare il reddito dei forfettari…

È vero. Il fatto che non serva determinare il carico fiscale e contributivo non vuol dire che sia inutile.

 

Veniamo alla pianificazione fiscale: è vero che i forfettari possono conoscere in anticipo quanto dovranno pagare di imposte e contributi a fine anno?

Se il contribuente dichiara solo il reddito da regime forfettario sicuramente sì, se dichiara anche altri redditi il calcolo preventivo delle imposte può risultare più complesso.

Nei fatti per determinare imposte e contributi dovuti da un contribuente forfettario basta l’importo dei ricavi/compensi incassati e pochi altri dati, fra cui il coefficiente di redditività.

Come dimostra il nostro tool, avendo sottomano i pochi elementi necessari, fra cui i versamenti previdenziali effettuati, è veloce e abbastanza semplice determinare l’esborso finanziario derivante dagli obblighi di versamento di saldo e acconti durante l’anno.

 

Quindi il tool è uno strumento utile per aiutare i contribuenti forfettari a pianificare i pagamenti fiscali e contributivi?

Sicuramente è uno strumento idoneo per valutare sia il carico fiscale e contributivo dell’anno che quanto si dovrà versare effettivamente.

In pratica tenta di rispondere alla classica domanda di tutti i contribuenti: quanto dovrò pagare di tasse?

 

A cura di Luca Salvetti e Luca Bianchi

Giovedì 17 settembre 2020

 

Easy Tax Forfettari

Tool Excel per la simulazione del carico fiscale e previdenziale del contribuente forfettario

Uno dei più grandi dubbi che assilla da sempre i contribuenti forfettari è di conoscere in anticipo quale sarà il carico fiscale dell’anno in corso e quindi quale l’importo degli eventuali acconti da versare.

Il tool Easy Tax Forfettari è pensato per offrire una simulazione previsionale del carico fiscale e previdenziale per l’anno tenendo conto del settore di attività del contribuente, della posizione previdenziale (il calcolo dei contributi INPS è automatizzato) e dei ricavi previsti.

Compilando il tool con i dati del contribuente (settore di appartenenza, tipologia di gestione previdenziale, componenti reddituali positivi stimati ecc.), si otterranno le stime di acconti e saldi sia per l’imposta sostitutiva che per la contribuzione previdenziale (INPS o altra cassa professionale).

NOTE TECNICHE

Il tool richiede Microsoft Excel (versione 2007 e successive).

 

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