Con la conversione in legge del DL Cura Italia molte norme a sostegno di imprese e professionisti sono divenute definitive. In questo contributo ci soffermiamo sulle novità introdotte in tema di contratti a termine e ammortizzatori sociali, effetti della conversione sulle domande di Cassa Integrazione e possibili riflessi sul contributo addizionale previsto per i contratti a termine
Come noto con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 29 aprile 2020 della legge n. 27/2020 che ha provveduto alla conversione del decreto Cura Italia (Decreto Legge n. 18/2020) sono divenute definitive le norme aventi lo scopo di aiutare le imprese e i professionisti in questo periodo emergenziale dovuto al Covid-19: contratti a termine, ammortizzatori sociali e relative novità.
Contratti a termine e ammortizzatori sociali: analisi delle novità legislative
In materia di contratti a termine è importante sottolineare che per le imprese/Professionisti che utilizzano un ammortizatore sociale la normativa ordinaria non prevede la possibilità di apporre un termine alla durata di un contratto di lavoro subordinato (anche in somministrazione) come disposto dall’art. 20 comma 1, lettera c), del Decreto Legislativo n. 81/2015.
Nota
L’articolo sopra citato dispone pertanto il divieto di assumere e/o prorogare rapporti di lavoro a termine, presso le unità produttive interessate da una riduzione dell’orario in regime di cassa integrazione guadagni (è fatta salva la possibilità solo per i rapporti di lavoro che riguardano lavoratori adibiti a mansioni diverse rispetto a quelle a cui si rif